Lei ha stabilito un record a Milano, un solo voto. Si è votato da solo?
«No assolutamente, anzi sono curioso di sapere chi mi ha scelto».
Sicuro di non essere stato lei?
«Certo!»
E i suoi genitori? Non lhanno votata?
«Non so nemmeno se sono andati a votare».
La nonna? Il vicino di casa? Insomma chi la conosce e sapeva che lei è candidato, non lha votata?
«Non credo, io avevo detto chiaramente ai miei amici, alle persone che conosco e che sapevano che ero candidato, di votare per il primo della nostra lista».
Si spieghi meglio...
«Sono candidato di un partito molto piccolo, che prende pochi voti, lobiettivo era di portarli al numero uno».
Perché si è candidato?
«È stato un gesto di militanza, il partito me lha chiesto e io ho accettato».
Non è una vera e propria candidatura, diciamo.
«Diciamo che in parte lho vissuto come uno scherzo nel senso che non ci credevo, lho fatto perché il movimento - lo ripeto - me lha chiesto, come hanno fatto anche altri candidati».
Ha fatto campagna elettorale?
«No, per me nulla, non ho speso un euro, non ho fatto manifesti nè comizi, niente, anzi ho chiesto anzi a chi mi conosce di non votare me ma il primo della lista. Io poi studio e lavoro quindi non ho molto tempo. In più durante il periodo di campagna stavo preparando un esame, quindi avevo ancora meno tempo».
Cosa studi? Che lavoro fa?
«Studio Giurisprudenza e faccio laddetto alla sicurezza per unazienda».
Pensa che si candiderà in futuro?
«Non lo so».
Lei milita in un partito, ma non le interessa fare attività politica?
«Non lo so, non so nemmeno cosa succederà domani».
Che ruolo ha nel movimento?
«Il mio impegno per il movimento è per la bella comunità chiamata Il presidio di piazza Aspromonte: è una comunità giovanile, diciamo una sorta di centro sociale di destra. Più che la politica a me interessa la metapolitica. Al Presidio infatti organizzo concerti, occasioni di aggregazione, letture, gruppi di studio, conferenze su temi culturali, letteratura e storia».
MBr