La sanità regionale annega nei debiti ma non perde il vizietto di sprecare i soldi pubblici. Accade così che anche laffitto di due robot per la preparazione di farmaci antitumorali venga effettuato con una procedura quanto meno discutibile. È il 9 giugno 2006 quando Telecom Italia propone al Policlinico Umberto I la fornitura di tre unità robotiche Cytocar e di due sistemi acquisizione prescrizioni di preparati antiblastici. Si tratta di un sistema automatizzato considerato rivoluzionario e foriero di grandi risparmi per lazienda sanitaria che se ne doti. Per tutti, forse, ma di certo non per il Policlinico Umberto I, come vedremo. Telecom Italia propone due formule per laffare: lacquisto di alla cifra di 1.267.467 più Iva; oppure lacquisizione in locazione operativa quinquennale delle stesse apparecchiature per limporto complessivo di 1.450.616,10 euro più Iva. Il Policlinico si dice interessato, ma prende tempo per valutare i costi delloperazione. Il 28 settembre Daniela Celin (moglie del dg Umberto Montaguti) e Antonella Guerrieri della Pianificazione, programmazione, valutazione e controllo strategico, sottolineano in una relazione «lassoluta convenienza, sotto laspetto economico-finanziario, ad acquisire solo due unità robotiche Cytocare e non tre come inizialmente previsto».
Ed ecco la sorpresa: il 3 ottobre 2006 arriva sul tavolo della direzione sanitaria una nuova offerta da parte di Telecom Italia, (la numero 144438 del 3 ottobre 2006) per la fornitura di due Cytocare invece di tre, e di un sistema acquisizione prescrizione invece di due. Il prezzo è di 1.583.640 euro più Iva. Insomma, più soldi per avere meno. Un affare contrario non solo a ogni criterio economico, ma anche alla «diligenza del buon padre di famiglia» citata dal codice civile. Eppure il 10 ottobre 2006 una delibera del direttore generale del Policlinico Umberto I autorizza la procedura negoziata per l«acquisizione in locazione finanziaria» dei macchinari. Senza tante esitazioni, a giudicare dal fatto che è trascorsa meno di una settimana dallofferta.
Circostanze che suscitano i tanti interrogativi di Fabio Desideri, coordinatore regionale della Rosa per lItalia e consigliere regionale, che sulla vicenda ha presentato uninterrogazione allassessore alla Sanità Augusto Battaglia: «Quali specifiche e concrete motivazioni - chiede Desideri - hanno fatto sì che si determinasse un incremento, dopo appena tre mesi, di circa un terzo dellofferta originaria?». Non solo.
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