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Flop a Napoli. Ora Woodcock vuole tornare a Potenza

Flop a Napoli. Ora Woodcock vuole tornare a Potenza

Il presunto ritorno del pm Henry John Woodcock a Potenza nelle vesti di procuratore aggiunto, per ora, è solo un'indiscrezione giornalistica. Il curriculum del 51enne magistrato non pare infatti compatibile con un incarico direttivo. Al netto dell'anzianità di servizio forse non ancora sufficiente e fatta la tara agli altrettanti «flop processuali», ciò che emerge dalla sua «scheda» al vaglio del Csm è l'identikit di un inquirente con buone intuizioni investigative, ma poca attitudine sul piano della gestione delle inchieste. Insomma, semplificando (e banalizzando): Woodcock sarebbe un ottimo «segugio», ma non un altrettanto coordinatore; uno che, pur «fiutando» la pista giusta, tende a perdersi la «preda». Decine i fascicoli aperti lasciati in eredità, nel 2009, al momento del trasferimento da Potenza a Napoli; per non parlare dei tanti «incidenti di percorso» - riferiti al passato ma anche al presente - che lo hanno messo in difficoltà: contestazioni (penali e disciplinari) da cui Woodcock è comunque uscito sempre scagionato, pur con diverse «ammaccature». Va detto, a favore del possibile rientro lucano del pm, che un peso potrebbe averlo la stima dell'attuale procuratore capo di Potenza che con Woodcock ha lavorato insieme alla DDA di Napoli. Fin qui il Woodcock «uomo di diritto». Meglio sorvolare, invece, sulla parte «folcloristica» legata al personaggio creato dai media durante il suo decennio di permanenza in Basilicata: decine i servizi apologetici che hanno riversato sul «pm con la Harley Davidsons (in realtà una scassata Yamaha XS 500, ndr) fiumi di melassa. I cultori del trash ricordano ancora la copertina di Chi con la coppia Woodcock-Sciarelli «mentre fanno footing». Per non parlare delle interviste all'«amico macellaio» o al barbiere «specializzato nel taglio alla Woodcock». Cartoline tragicomiche come quelle riservate a un'altra celebre toga: Tonino Di Pietro, ai tempi dell'inchiesta «Mani pulite».

Poi sappiamo come finì.

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