Genova - Sullo sfondo, un «giallo» a tinte rosa e nere, fra amori tormentati, trame del jet set, playboy, belle donne e, in definitiva, alcol, cocaina, tanta tristezza e soprattutto eredità miliardarie. Dalla «soubrette per caso» e dama di compagnia Susanna Torretta alle modelle messicane. Dal boyfriend «enfant prodige» della Riviera Ligure Maurizio Raggio a uno stuolo di avvocati e notai di grido sull’asse Portofino-Milano-Montecarlo.
Nella storia della tragica morte di Francesca Vacca Agusta, bellissima mannequin e vedova di Riccardo Agusta, il re degli elicotteri, nel 2001 c’era stato qualcuno che aveva evocato addirittura lo spirito di Tutankamen. Non solo perché il corpo, trascinato dalle correnti, venne ritrovato per un colpo di fortuna in acque francesi a poche miglia dal Principato, ma anche perché Villa Altachiara, la splendida dimora a Portofino del valore di 40 milioni di euro ed oggetto della baruffa fra questo e quell’altro, era stata costruita da George Herbert, l’egittologo che scoprì la tomba del faraone. La «maledizione» avrebbe quindi colpito non soltanto Francesca, ma anche la pm chiavarese Margherita Ravera, titolare del fascicolo dal 2001, la quale stabilì la fatale caduta accidentale della contessa lungo gli 80 metri della scogliera e che l’anno scorso morì improvvisamente dopo un intervento chirurgico.
Ieri, in quella che è più una Dynasty all’italiana che un vero giallo poliziesco, è stato scritto l’ennesimo capitolo. L’ex moglie di Maurizio Raggio, ex fidanzato della contessa e principale erede della sua fortuna, ha accusato l’altro amante di Francesca, il belloccio Tirzo Chazaro, di averla uccisa.
L’affascinante modella messicana Rocio Zaldivar, che negli ultimi anni è in costante guerra con Raggio per l’affidamento del figlio, ha gettato cattiva luce sull’ex enfant prodige di Portofino che, ai tempi dell’incidente, si trovava in Florida.
In un’intervista al Secolo XIX, dopo tanti anni, ha raccontato «a malincuore» che Maurizio sapeva come erano andati i fatti, ma che avrebbe taciuto per garantirsi l’eredità. Quel «maledetto» 8 gennaio 2001 la contessa non scivolò accidentalmente e non cadde da sola perché a dir poco alticcia, ma a suo dire a darle la «spintarella» fatale fu proprio Tirzo.
Il businessman messicano sarebbe stato così ingenuo da confidare il fatto a Raggio che, in cambio del silenzio, si accordò per dividersi, con la fetta più grande, l’eredità miliardaria della contessa. Successivamente il playboy di Portofino sarebbe stato a sua volta così incauto da spifferare tutto alla bella moglie, alla quale fece indossare pure gli inestimabili orecchini di Francesca Vacca Agusta e vestiti firmati.
Non è tutto.
Il «malefico» Raggio l’avrebbe picchiata e minacciata, le avrebbe portato via «il mio bambino Aronne» che in realtà gli è stato regolarmente affidato dal Tribunale del Messico, e lei sarebbe disperatissima, sola e impaurita, tanto da temere di «sparire» e di fare la stessa fine di Francesca Vacca Agusta.
«Cose senza senso - ha detto ieri Pasquale Tonani, avvocato di Raggio - contro ogni logica e frutto di una fantasia esasperata. Non si può andare avanti così con queste dichiarazioni, rilasciate ogni volta che torna in ballo l’affidamento del figlio. Spero che la Procura prenda provvedimenti».
«Non riapriremo di certo il caso - ha detto Francesco Cozzi, procuratore capo di Chiavari - sulle semplici dichiarazioni alla stampa della signora Rocio Zaldivar.
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