Tutti colpevoli, nessun colpevole. Ma parenti, avvocati e giornalisti non possono essere messi sul banco degli imputati per salvare la faccia ai soli colpevoli della gogna mediatica che vanno cercati nelle procure

Tutti colpevoli, nessun colpevole. Ma parenti, avvocati e giornalisti non possono essere messi sul banco degli imputati per salvare la faccia ai soli colpevoli della gogna mediatica che vanno cercati nelle procure
Da mesi, i nomi delle gemelle Cappa sono tornati al centro del dibattito sul caso Garlasco. Una serie di teorie, sospetti e ricostruzioni – spesso rilanciate sui social e dalla stampa – hanno alimentato nuove ombre su persone che, è doveroso ricordarlo, non sono mai state indagate. Né oggi né nel 2007, né le gemelle, né i membri della loro famiglia. Lo stesso vale per il fratello di Chiara Poggi e per altri soggetti tirati in ballo negli anni: nessuno di loro ha mai avuto un ruolo formale nelle indagini.In questo video analizziamo dieci punti chiave: elementi spesso travisati, testimonianze smentite, coincidenze divenute illazioni.
Ad oggi non esiste nessuna prova concreta, nessun capo d’accusa, nessun riscontro investigativo. Solo ipotesi suggestive, interpretazioni fantasiose e – in alcuni casi – vere e proprie diffamazioni.Una ricostruzione rigorosa, nel pieno rispetto della presunzione di innocenza e della dignità delle persone coinvolte. Perché raccontare un fatto di cronaca richiede attenzione, responsabilità e memoria lunga.
Ormai i giornali parlano quasi solo del caso di Garlasco. E la giustizia italiana continua a combinarne una dopo l'altra. Una giustizia a dir poco vergognosa. Purtroppo non sono sicuro che andrà a finire bene: così come hanno condannato un innocente diversi anni fa, ne potrebbero condannare altri con estrema facilità
Vecchie chat e personaggi già controllati, ma la Procura di Pavia non vuol ripetere l'errore fatto di 18 anni fa. Ecco perché il sospettato resta soltanto uno
Il genetista Linarello spiega al Giornale cosa si sa del materiale trovato nella casa dei Poggi. E spunta un dettaglio sullo scontrino presentato da Sempio come alibi
13 agosto 2007, Garlasco. Chiara Poggi viene trovata senza vita nella sua villetta. Dopo due assoluzioni, Alberto Stasi viene condannato a 16 anni, ma l’arma non è mai stata trovata, il movente resta ignoto e una testimonianza chiave è stata ritrattata per paura, considerata poi inattendibile. Un verdetto oltre ogni ragionevole dubbio o una verità ancora sepolta? Intanto, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo aveva dichiarato “irricevibile” il ricorso della difesa di Stasi. Ma alcuni giorni fa è stato riaperto il caso con conseguente iscrizione al registro degli indagati di Andrea Sempio. L'amico del fratello della vittima era già finito nella lista degli inquirenti ma le accuse nei suoi confronti erano state archiviate.