Politica internazionale

responsabile dell'escalation". Pd a muso duro contro Israele

L'ex ministro Giuseppe Provenzano è netto: "Non si bombardano le ambasciate". E aggiunge: "Bisogna evitare un ulteriore aggravamento della violenza"

"Israele responsabile dell'escalation". Il Pd a muso duro contro Netanyahu

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"Noi dobbiamo evitare l'escalation, di cui è responsabile il governo israeliano". A parlare così è Giuseppe Provenzano, deputato del Partito Democratico e responsabile della segretaria della Schlein. "E io voglio dirlo in maniera molto netta, perchè non si bombardano le ambasciate", prosegue l'ex ministro del Sud e della Coesione territoriale nel governo Conte 2. La posizione del Pd sul conflitto israelo-palestinese, quindi, assume adesso un carattere ufficialmente avverso a Benjamin Netanyahu pochissime ore dopo l'attacco dell'Iran allo Stato ebraico con 500 droni e le parole del "ministro ombra" dei dem sono piuttosto esplicite da questo punto di vista. Secondo Provenzano, infatti bisogna inoltre "evitare un ulteriore aggravamento della violenza, ma bisogna costruire un cessate il fuoco durevole e sostenibile a Gaza che porti alla liberazione degli ostaggi".

"Noi come Paese abbiamo anche un interesse diretto e specifico - prosegue Provenzano -. Abbiamo condannato l'attacco iraniano a Israele, che ha un significato politico e simbolico, un attacco annunciato e reso largamente prevedibile. È stato sventato con il contributo di Stati Uniti, Gran Bretagna e Giordania, ora si dice anche della Francia". Sulla possibile escalation nel Medio Oriente, il parlamentare del Partito Democratico ritiene che gli stessi Usa insieme anche ai "Paesi vicini possano avere un ruolo importante". L'esponente nisseno, durante l'intervista a Sky Tg 24, aggiunge anche di condividere il monito del ministro della Difesa, Guido Crosetto, a Israele: "Questa è anche la linea del Pd e ieri c'è stata la telefonata fra la segretaria Elly Schlein e Giorgia Meloni, io stesso ho sentito i ministri Tajani e Crosetto per condividere una linea rispetto a quella che sta diventando una minaccia senza precedenti".

Il senso delle parole di Provenzano non si discosta più di tanto da quelle pronunciate da altri politici più o meno attigui al Pd. Sabato sera, poco prima dell'attacco iraniano, intervenendo in una trasmissione televisiva, Massimo D'Alema dichiarato: "Qualcuno dovrebbe spiegare agli israeliani che non è carino bombardare le sedi diplomatiche". Il partito Potere al Popolo va giù ancora più secco: "L'escalation in corso non è iniziata ieri con i missili iraniani. È iniziata prima, con il bombardamento israeliano delle sedi diplomatiche iraniane in Siria. Avete sentito qualcuno dei nostri governanti condannare fermamente gli attacchi israeliani?". Giuliano Granato, portavoce di PaP ha condiviso addirittura un tweet della missione permanente iraniana alle Nazioni Unite e scrive: "L'Iran sostiene che l'azione militare di questa sera è in risposta al bombardamento del consolato a Damasco e si configura come legittima difesa stando all'art. 51 della Carta dell'Onu".

Questa mattina, invece, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, Crosetto auspicava infatti che Netanyahu non forzasse "le regole del diritto internazionale". Perché quando ciò accade "ci si mette contro le opinioni pubbliche del mondo. E, proseguendo su questa strada, non si fa il bene dei propri figli, di chi verrà in futuro e della stessa sicurezza e saldezza dello Stato di Israele". Un allargamento del conflitto, sommato a quello che succede in Ucraina con la Russia, "non è un rischio per l'Italia, è un rischio per il mondo", sostiene il ministro della Difesa.

"C’è un equilibrio instabile nel mondo, noi abbiamo bisogno di tutto tranne che le guerre si incrementino: abbiamo bisogno di tregua sia in Ucraina che a Gaza; di ricostruire i rapporti tra le nazioni e di abbandonare la guerra".

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