Truffa ai danni dell'Inps, la Procura chiede il rinvio a giudizio per Santanchè e il compagno Dimitri Kunz

Il ministro adesso rischia il processo per la gestione della cassa integrazione durante il periodo della pandemia. Coinvolte le società Visibilia

Truffa ai danni dell'Inps, la Procura chiede il rinvio a giudizio per Santanchè e il compagno Dimitri Kunz
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La Procura di Milano ha richiesto in data odierna il rinvio a giudizio del Ministro Daniela Santanchè, e altre persone, tra cui il compagno Dimitri Kunz, nonché delle società Visibilia Editore S.P.A. e Visibilia Concessionaria S.R.L. ai sensi del D.Lgs. n°231/2001, per un'ipotesi di truffa ai danni dell'INPS in relazione a presunte irregolarità nella fruizione della cassa integrazione in deroga Covid 19, per un totale di 13 dipendenti". A renderlo noto è una nota ufficiale del Procuratore di Milano, Marcello Viola.

La richiesta di rinvio a giudizio riguarda anche le due società indagate per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Stando alla contestazione della Procura di Milano nell'avviso di chiusura delle indagini preliminari notificato lo scorso 22 marzo, la ministra del Turismo, il compagno, entrambi amministratori delle società, e il loro collaboratore esterno Paolo Giuseppe Concordia "si procuravano un ingiusto profitto, con corrispondente danno per l'Inps, consistito nella percezione indebita delle somme erogate dall'Inps a titolo di indennità di cassa integrazione, direttamente ai dipendenti o a conguaglio alla società", Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria.

In particolare, secondo i pm Maria Giuseppina Gravina e Luigi Luzi, coordinati dalla procuratrice aggiunta Laura Pedio, gli indagati avrebbero "dichiarato falsamente" che i 13 dipendenti, tra Editore e Concessionaria, avevano l'"esonero totale dall'attività lavorativa, mentre di fatto avevano continuato a svolgere le proprie mansioni, secondo i contratti in corso, in smart working". La somma relativa alla presunta erogazione indebita ammonta a 126 mila euro.

L'opposizione, con Conte e Schlein in testa, non hanno perso subito l'occasione per chiedere le dimissioni del ministro. Netta la posizione del vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: "C'è una richiesta di rinvio a giudizio, quando ci sarà una decisione ne parleremo. Non crea nessun imbarazzo al governo, è una questione di sensibilità personale del ministro Santanchè. Io sono garantista, lo sono sempre stato con tutti, anche con la vicenda Decaro, non vado mai ad accanirmi contro le persone. Poi ognuno ha la sua sensibilità, ma credo che i cittadini oggi vogliano soluzioni, non liti. Il governo va avanti, basta vedere i risultati".

Anche Matteo Salvini, vicepremier e ministro dei Trasporti, afferma che la Lega non ritiene necessarie le dimissioni del ministro dopo l'eventuale rinvio a giudizio.

"Non si dovrebbe dimettere. Lascio a lei la valutazione. Io sono addirittura a processo, oltre al rinvio a giudizio... sono un potenziale condannato. Quindi sceglierà lei. Non chiediamo le dimissioni di nessuno".

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