Felice Manti

Presidio della Curva Sud Milano fuori dall'aula bunker di San Vittore per mostrare solidarieta' agli ultra' imputati nel processo nato dall'inchiesta "Doppia Curva" della Dda di Milano. I tifosi rossoneri - duecento circa - hanno esposto lo striscione "Ultras, amicizia, lealta', fratellanza, aggregazione: noi siamo la curva sud, non siamo un'associazione". Una scelta di parole per contestare le accuse mosse dai pm antimafia Paolo Storari, Sara Ombra e Leonardo Lesti contro il leader Luca Lucci e altri componenti del direttivo del tifo organizzato rossonero. "Fatevi i fatti vostri, sono nove mesi che vi fate i ci nostri. Invece di fare le riprese andate a cercare la verita'", ha detto un capo ultra' dalle transenne che delimitano l'ingresso dell'aula bunker

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“Nessun reato di stadio, solo vecchie accuse”: la difesa della Curva Sud nel processo Doppia Curva

Colpito (anche) alla testa, il giudice Antonino Scopelliti morì sul colpo e l’automobile, priva di controllo, finì in un terrapieno tra filari di ulivi: per questo in un primo momento si pensò a un incidente stradale

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Come fu ucciso il giudice Scopelliti

Il 9 agosto 1991, poco prima delle 17.30, due sicari su una moto sorpresero e uccisero l’allora sostituto pg presso la Corte di Cassazione, che tornava a casa sulla sua Bmw 318i nera dopo una giornata trascorsa al mare, nel tratto di strada nella frazione Ferrito di Villa San Giovanni, a Piale di Campo Calabro

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Attentato al giudice Scopelliti

Dietro il rimpatrio del comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osema Almasri Habish c'è una rete difficile da districare. Servirà tempo per capire la vera responsabilità tra chi lo ha fermato e il volo finale verso la Libia

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Arresto di Habish, il pasticcio dietro l'espulsione: ecco cosa sappiamo

Le immagini di Felice Manti, inviato del Giornale a Palermo, circa la manifestazione della Lega in piazza Politeama. Il popolo leghista è arrivato per sostenere il leader Matteo Salvini imputato al processo Open Arms per sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio. Al carcere Pagliarelli, in questo momento, è in corso l'arringa dell'avvocato difensore Giulia Bongiorno. La procura ha chiesto per il ministro la condanna a 6 anni di carcere per aver impedito, nel 2019, per 19 giorni, lo sbarco di 147 migranti. Un primo piano di Salvini e le scritte "La difesa della patria è un sacro dovere del cittadino" e "Colpevole di aver difeso l'Italia", sono stampate sulle t-shirt 'stile wanted' indossate dai parlamentari nazionali, europei e regionali del Carroccio e anche da alcuni militanti del partito mentre in sottofondo viene trasmessa in diretta l'arringa dell'avvocato Bongiorno. In piazza anche i ministri Giancarlo Giorgetti, Giuseppe Valditara e Roberto Calderoli.

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Caso Open Arms, la manifestazione della Lega in piazza Politeama | Le immagini

"Bring them home", urlano i partecipanti al flash mob organizzato a Piazza San Fedele a Milano. Sono passate le 19 da un pugno di secondi, tra la folla ci sono i membri della Comunità Ebraica di Milano, di Setteottobre, ci sono gli Amici di Israele e the Jewish Agency for Israel assieme all'Associazione Milanese Pro Israele. "Ci sono 125 persone, bambini, ragazzi, donne, uomini, anziani ancora in mano ai terroristi di Hamas. Non dimentichiamoli", ci dice uno dei partecipanti. L'appello di Walker Meghnagi, presidente della comunità ebraica di Milano: "Non si sa nemmeno quanti siano gli ostaggi. Rilasciateli". “È un dovere ricordare i rapiti che dal 7 ottobre sono ostaggi di Hamas sotto i tunnel, e per noi giovani ancora di più perché molti di loro sono nostri coetanei e perché noi giovani guardiamo al futuro e fatti come il 7 ottobre non devono più accadere in un mondo civilizzato - dice al Giornale Anna Tognotti, consigliera dell'Unione Giovani Ebrei d’Italia - come Ugei abbiamo organizzato questo flash mob nell’ambito di un programma di sensibilizzazione mondiale, in Italia l’abbiamo già fatto a Roma e Napoli, oggi a Milano e intendiamo continuare in altre città”.

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"Portiamoli a casa". A Milano un flash mob per gli ostaggi di Gaza

L'aeroporto di Gjadër, a nord dell'Albania, è una zona militare sbarrata ed è uno dei due hotspot individuati dall'accordo tra Giorgia Meloni e il premier albanese Edi Rama

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L'hotspot dell'accordo Meloni-Rama
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