Ventuno persone sono morte in un sequestro di massa compiuto da un centinaio di uomini armati nell’isola di Mindanao, nel sud delle Filippine. Le vittime facevano parte di un gruppo di politici e di giornalisti rapiti
Il gruppo si allea con i grandi magazzini Meera Enterprises. E in Sud Africa cresce con Sunglass Hut
Sei marines filippini sono rimasti uccisi in uno scontro a fuoco con i militanti di Abu Sayyaf che dallo scorso gennaio tengono in ostaggio il volontario della Croce Rossa Eugenio Vagni
L'operatore della Croce Rossa rapito dai guerriglieri islamici lo scorso 16 aprile, ha telefonato in Italia. "E' stanco e sofferente". Nuovo appello ai rapitori, legati al gruppo islamico Abu Sayyaf, affinché lo liberino "sano e salvo, immediatamente e senza condizioni"
Il portavoce del ministero dell’Interno filippino assicura che l'ostaggio italiano è in vita: "È vero che sta male, ma è vivo". Continuano i negoziati nonostante le forze armate siano pronte a un blitz per salvare l’operatorie della Croce Rossa sequestrato dai terroristi
Non è libero Eugenio Vagni. Secondo alcune fonti sarebbe nella mani di un altro gruppo di rapitori. La Farnesina: "Estrema cautela". Il fratello: "Non sappiamo ancora niente"
Il 62enne operatore della Croce rossa è l'ultimo ostaggio nelle mani dei ribelli di Abu Sayyaf: a causa di ernia e ipertensione non riesce più a muoversi. Decisa l'azione di forza da parte del governatore della regione. Scontri tra esercito e 30-50 guerriglieri di Abu Sayyaf
Rimane solo Eugenio Vagni nelle mani del gruppo terrorista Abu Sayyaf che il 15 gennaio ha sequestrato nelle Filippine tre operatori della Croce Rossa. Liberato Andreas Notter, di origine svizzera: "Sono preoccupato per Eugenio". Le trattative per l'italiano proseguono con la mediazione degli ulema
I ribelli qaedisti filippini avrebbero richiesto 5 milioni di dollari per la liberazione di Eugenio Vagni e del suo collega svizzero della Croce rossa internazionale, rapiti il 15 gennaio scorso. Fermezza a Ginvera: "Non trattiamo"
I ribelli qaedisti filippini tornano a minacciare il governo di Manila sulla sorte dei due rapiti (Eugenio Vagni e lo svizzero Nicolas Notter): "Pronti a decapitarli". La richiesta è il ritiro delle truppe dall'isola di Jolo