Le 100 lire della prozia diventano mezzo milione di euro

Le 100 lire della prozia diventano mezzo milione di euro

In principio andavano di moda preti ubriaconi al volante e suore nude svergognate su Internet dal fidanzato «tradito» dalla vocazione. L’epoca dei ciclisti e dei pattinatori a rotelle che perdevano i punti sulla patente al pari dell’autista asmatico scambiato per drogato a causa dei farmaci ha «salvato» molte pagine estive a corto di notizie. I benefattori dei giornalisti disperati erano sempre gli stessi due avvocati, Anna Orecchioni e Giacinto Canzona da Bracciano. Che finora avevano solo «sfiorato» la Liguria pur facendo il pieno di clienti da ogni parte d’Italia, visto che se da qualche parte nella Penisola c’era una pratica bella e impossibile era di certo la loro.
Da ieri, per l’appunto, sulla loro scrivania è finito un caso genovese. Il classico zio d’America che arriva all’improvviso. Anzi, no. Si tratta di una pro-prozia, che pur avendo cento lire, in America no no no. Ida Giovanna Mantelli, una ragazza dell’81, inteso come 1881, all’inizio del secolo scorso, quella piccola fortuna se l’era messa da parte, ma contrariamente alla canzone dedicata ai tanti migranti, aveva intuito che la fortuna sarebbe stata in Italia. Di più, aveva addirittura azzeccato l’impossibile previsione: mettere i soldi in banca per trasformarli in un tesoro immenso.
D’accordo, già a questo punto la storia inizia a rasentare l’incredibile. Però prosegue, perché è solo all’inizio.
La donna sceglie una data in cui diventerà impossibile trovare banche aperte, il 1° maggio, quando nel 1907 decide di aprire un libretto presso la Banca Popolare di Sampierdarena, filiale di Bolzaneto. Passano gli anni. Tanti. Ida Giovanna, inevitabilmente, lascia i suoi beni in eredità. I particolari non mancano e sono precisi al limite della pignoleria. Il 7 giugno 1984, ad anni 103, lascia questa terra e il libretto in un cassetto della vecchia madia. Tutti i suoi averi, madia compresa, vanno alla pronipote, Umiltà Morazzini, che da parte sua ha già spento 57 candeline e se ha ereditato, forse a sua insaputa lo storico libretto, dall’antenata non ha certo avuto in dono anche la longevità. Dopo 22 anni deve lasciare tutto, a sua volta, ai figli Aldo e Maria Grazia.
I fratelli, prima di chiamare il rigattiere, aprono il cassetto della madia e trovano il libretto con 100 lire depositate. Già all’epoca le banche davano il 3,50 netto di interessi, negli anni Ottanta sono arrivati anche tassi creditori del 18 per cento. Insomma, svalutazioni, crisi, rivalutazioni, guerre, euro, inflazioni varie, cento lire del 1907 dovrebbero valere oggi circa 500mila euro. Che i due ereditieri della pro-prozia non d’America decidono di andare a incassare.
Anche la Banca popolare di Sampierdarena riposa in pace, ma le sue eredità passive sono in capo alla Banca d’Italia, alla quale gli avvocati millescoop spiegano di aver fatto causa per ottenere i soldi. D’altra parte anche sotto le feste di Natale i giornali hanno spesso gli stessi problemi estivi.

Non tutti possono contare sulle «invenzioni» di un assessore allo sport e così i benefattori delle redazioni negli ultimi quattro giorni hanno già sfornato succulente notizie sulla prima class action d’Italia anti multe pazze, su una novantenne derubata di un milione dalla figlia e sull’arresto di un uomo per aver festeggiato il Capodanno con un brindisi. Decisamente più stagionali rispetto a suore e preti.

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