Città del Vaticano - E' appena iniziato in piazza San Pietro il rito della messa di Pasqua celebrata dal Papa. Benedetto XVI ha fatto il suo ingresso in piazza sulla Papamobile. Centinaia di migliaia di fedeli si sono radunati già dalle prime ore del mattino per partecipare alla celebrazione e per ricevere, alla fine, la benedizione papale "Urbi et Orbi", cioé "alla città e al mondo". I fedeli sono circa 100mila. Come è tradizione dal 1985, la piazza più nota della cristianità è adornata dagli addobbi dei fioristi olandesi. Tantissime le varietà floreali e arboree scelte per le decorazioni: azalee, rododendri, viburno, gigli, betulle aster, fiori di ciliegio. E naturalmente i tulipani. Dominano il giallo e del bianco, i colori del Vaticano. Il balcone da cui il Papa darà la benedizione è adornato con 1.700 rose Vandela di colore crema. La decorazioni sono affidate al mastro compositore Charles van der Voort.
Accoglienza "Bisogna accogliere con solidarietà profughi e rifugiati che, in questi giorni, arrivano dall'Africa". Lo ha detto il Papa, che nel messaggio Urbi e Orbi dopo la messa di Pasqua, ha rivolto il suo pensiero "ai tanti profughi e ai rifugiati, che provengono da vari Paesi africani e sono stati costretti a lasciare gli affetti più cari". A loro, sono state le parole di Benedetto XVI, "arrivi la solidarietà di tutti; gli uomini di buona volontà siano illuminati ad aprire il cuore all'accoglienza, affinché in modo solidale e concertato si possa venire incontro alle necessità impellenti di tanti fratelli".
Pace in Africa e Medioriente Libia, Africa, Medio Oriente: nel messaggio Urbi et orbi al termine della messa di Pasqua, il Papa ha ricordato le situazioni di conflitto che agitano la Terra, lanciando un appello perché ovunque prevalga la pace e si apra "la via della libertà, della giustizia e della pace. Ogni scelta politica - ha sottolineato - risulti ispirata dal rispetto per la persona umana. In questo nostro mondo - ha detto - l'alleluia pasquale contrasta ancora con i lamenti e le grida che provengono da tante situazioni dolorose: miseria, fame, malattie, guerre, violenze. In Libia - ha aggiunto - la diplomazia ed il dialogo prendano il posto delle armi. Nei Paesi dell'Africa settentrionale e del Medio Oriente, tutti i cittadini - ed in particolare i giovani - si adoperino per promuovere il bene comune". E in Costa d'Avorio "possa ricomporsi la civile convivenza tra le popolazioni". "Questo mio messaggio vuole raggiungere tutti e, come annuncio profetico, soprattutto i popoli e le comunità che stanno soffrendo un'ora di passione, perché Cristo Risorto apra loro la via della libertà, della giustizia e della pace", ha detto il Papa, che si è poi soffermato sulle situazioni più critiche. "Il fulgore di Cristo - ha detto - raggiunga anche i Popoli del Medio Oriente, affinché la luce della pace e della dignità umana vinca le tenebre della divisione, dell'odio e delle violenze. In Libia la diplomazia ed il dialogo prendano il posto delle armi e si favorisca, nell'attuale situazione conflittuale, l'accesso dei soccorsi umanitari a quanti soffrono le conseguenze dello scontro. Nei Paesi dell'Africa settentrionale e del Medio Oriente, tutti i cittadini - ed in particolare i giovani - si adoperino per promuovere il bene comune e per costruire società, dove la povertà sia sconfitta ed ogni scelta politica risulti ispirata dal rispetto per la persona umana".
"Possa ricomporsi la civile convivenza tra le popolazioni della Costa d'Avorio - ha detto ancora Benedetto XVI - dove è urgente intraprendere un cammino di riconciliazione e di perdono per curare le profonde ferite provocate dalle recenti violenze".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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