Ferruccio Repetti
Aveva scelto la sera, pensando di non farsi notare, di passare inosservato. Come uno qualunque, che se ne va tranquillo per la propria strada. Ma quella non era una strada qualsiasi: era unautostrada. E poi, una bicicletta come la sua, sulla A26 «dei trafori», in direzione Torino, perbacco, non laveva mai vista nessuno! Pare che, dopo alcuni chilometri, lanomalo cicloturista sia riuscito, abbastanza agevolmente, a schivare una gazzella dei carabinieri. Ma era troppo pretendere che gli automobilisti in transito, e soprattutto la Polizia stradale facessero finta di niente. Difatti: «Alt, lei dove va, scusi? Non lo sa che su nessuna autostrada, compresa la A26 dei trafori, è permesso biciclettare? Favorisca...». A questo punto, lo voce dellagente della Polstrada ha avuto un sussulto. Possibile? Sì, quello in sella alla due ruote a ventisette rapporti, telaio in lega leggera e cambio Shimano era proprio un bambino. Di undici anni. In fuga dalla famiglia, per paura dei rimproveri. I poliziotti sono rimasti esterrefatti, poi si sono ripresi, hanno cercato di farsi raccontare comera andata, e come cera arrivato lui, in bici, sullo svincolo di Savona, al punto da trovarsi ormai inglobato a pieno titolo nel controesodo dei vacanzieri dagosto. «Facile: sono passato dal casello del telepass, non se nè accorto nessuno» ha risposto candidamente lemulo di Petacchi. Poi ha confessato qualcosa di più: che, insomma, lui era in vacanza con i genitori a Loano, gli avevano chiesto di fare una commissione che non gli andava. «Ho preferito scendere in spiaggia, signori agenti. Mi capite: è tutta unaltra cosa. Solo che poi mi è venuto lo scrupolo. Vi spiego: mio papà è bravo, ma mia mamma mena, eccome mena. Quando ha ragione, poi, ti gira certi manrovesci...». Meglio tentare la fuga strategica: cosa vuoi che sia arrivare in autostrada a Torino, quando hai ventisette rapporti e un cambio Shimano? Roba da niente. Roba che se ci fossero stati solo i carabinieri..
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