Dal 1400 con ossa e lische di pesce

Difficile trovare documenti sulle origini del pizzo al tombolo, i primi manoscritti risalgono al 1400 e parlano di lavorazioni con attrezzi rudimentali ricavati da ossa animali, chiamati fuselli e lische di pesce, usate come spilli. Si pensa che i Fiamminghi siano i primi a dare vita ad un fiorente mercato negli ambienti della nobiltà dell'epoca. In Italia non ci sono documenti attendibili, ma sappiamo che le merlettaie genovesi, in particolare quelle di S. Margherita, sono considerate le più abili e veloci ed i loro lavori vengono venduti, dai mercanti liguri, in tutto il mondo. Le merlettaie genovesi diventano famose soprattutto per il «punto Genova» composto da rosoni, ricchissimo di «armellette», foglioline a punto stuoia e si pensa che queste migliorie siano inventate dalle lavoranti di «Santa». Nel 1700 e nel 1800 tutte le donne santamargheritesi si specializzano soprattutto nel merletto chiamato a filo continuo e le ragazze sono indirizzate già da piccole al ricamo. Anche oggi nelle mostre e musei, si possono ammirare quadri e foto d'epoca rappresentanti gruppi di tre o più lavoranti, davanti a cuscini trapuntati di spilli, intente a creare scialli, tovaglie ed altri capi di grandi dimensioni, usando centinaia e centinaia di fuselli, dando vita ad un pizzo senza giunte, molto resistente. Con l'arrivo delle macchine tessili, che producono merletti in tempi brevi a buon mercato, l' artigianato del pizzo venne abbandonato.

Oggi si cerca di rivalutare quest'arte per il valore che merita, ripristinandone ed insegnando, particolarmente ai giovani, che, oltre alle metodologie di lavorazione con i fuselli hanno modo di capire, l'importanza delle tradizioni.

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