È il 2 giugno? Sfili la Ferrari

«Andrò alla parata del 2 Giugno perché come presidente della Camera tutte le cerimonie ufficiali mi vedono impegnato. Personalmente preferirei che la festa della Repubblica avvenisse con una divisa di pace». Così cerchiobotteggia il cashmere di lotta e di governo, strizzando l’occhio ai suoi compagni che controsfilano per esigere un 2 giugno senza parata militare. Hanno rivolto un appello al presidente Napolitano: tra i firmatari Lidia Menapace, candidata alla presidenza della commissione Difesa del Senato. Non c’è male come inizio.
La parata quest’anno sarà, dicono, più snella. Via gli aerei, via le truppe a cavallo, via le uniformi storiche. Qualche dubbio sui paracadutisti. Con quell’urlaccio - Folgore! - per l’amor del cielo (cielo laico, s’intende) meglio di no. Togliamoli di mezzo. A Caruso, onorevole, brillano gli occhi, la mano va sul cuore, all’interno della giacca. Via, via, cancelliamo tutto, come fece quel sant’uomo di Scalfaro, incalzato da Pannella e Bonino, ricorda la Bindi.
Sono già pronte dieci quadrate legioni di blecblocche, divisa nera da pacifista, passo dell’oca da pacifista, sampietrino e manganello da pacifista. Se li vede Tremaglia si commuove.
Sì, vabbe’, ma così tutto il mondo grida al regime. E chi li sente quelli di Economist e Fainanscialtaims? Non ti preoccupa’, so’ nostri, ma un po’ di prudenza è meglio, come ai tempi di Moro e dell’attentato al Papa. Guarda un po’ che ha proposto Pratesi...
Cari Compagni del comitato centrale, per evitare problemi al Governo appena varato (che sennò pare bolscevico, ma non scrivetelo, mi raccomando) e alla Presidenza della Repubblica (che sennò pare complice, ma non scrivetelo, mi raccomando) facciamo sfilare gli esponenti più amati della società civile: il corpo di ballo della Scala, le Ferrari del campionato di Formula 1, l’equipaggio di Luna Rossa e di Mascalzone Latino (tenere a bada l’equipaggio di Massimo, quello è ambizioso), attori e attrici della tivvù, le associazioni di volontariato, una rappresentanza degli ordini religiosi, dei circhi equestri (ultimamente a Roma abbondano), delle razze di animali più tipiche (come i bovini maremmani e i cavalli delle Murge)...
Così vaticinò Fulco Pratesi, sul Corsera, dimenticando tuttavia quelli con la maglietta «Sono un co...

one» e gli eroi del gay pride sulla piazza Rossa di Mosca dove ieri l’altro han buscato una quantità di randellate proletarie. Mancano pure i maiali dell’Emilia Romagna, ma si può rimediare. Avanti così verso l’Europa.
milignoti@yahoo.it

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