
La corsa rosa ha sfiorato Milano, ieri la 18esima tappa di 144 chilometri tra Morbegno e Cesano Maderno. Non passa dal capoluogo dal 2021, dalla tappa finale Senago-Milano con arrivo in piazza Duomo, ma «il Giro d'Italia tornerà dall'anno prossimo» assicura il sindaco Beppe Sala. «Devo vedere Urbano Cairo la prossima settimana», il presidente di Rcs che organizza il «Giro» con Rcs Sport, «ma stiamo trattando» ha anticipato ieria a Un giorno da Pecora su Rai Radio 1. «Ci siamo messi discutere anni addietro, lui ha il braccino corto e io pure - racconta a proposito dello strappo sui contributi economici che hanno portato all'assenza di Milano dalla mappa della rosa per 4 anni di fila - ma adesso deve tornare. Basta che ci sia un tappa interessante. Inizio ad anticipare, così Urbano è pronto, che vorrei che passasse da Milano non con un arrivo in volata ma con una bella cronometro. E poi deve tornare la Milano-Sanremo, che sta partendo da Pavia. C'è sempre il tema della viabilità», i costi, «vorremmo farla partire dal Vigorelli. Anche qui, facciamo un appello a Cairo». Sala è diventato un fanatico della bici, «con il Covid» gli è scoppiata la passione, il 21 giugno rifarà «la Mi-Zo, la mitica Milano-Zoagli», 215 km con un gruppo di amici e quando finirà il mandato farà «la Milano-Palermo, ci vogliono 10 o 15 giorni, oggi non posso».
Sala ha festeggiato due giorni fa 67 anni e tra bilanci e prospettive racconta che la sua «vera grande soddisfazione nella vita è stata l'Expo, un ricordo straordinario, mi ha cambiato». Nel futuro, escluso un terzo mandato («non si può fare») premette di «non sapere» cosa vuol fare e «quando finirò - ricorda - avrò 69 anni, ne deve anche valere la pena». Si prospetta un election day nel 2027 tra Comunali e Politiche, «dovrei uscire da una porta e vedere se riesco ad aprire l'altra - ragiona -, e devo vedere cosa c'è dall'altra parte». Scarta un ruolo da deputato o senatore, «per come mi conosco non mi ci vedo, ognuno ha il suo carattere». A domanda se i vedrebbe come ministro risponde invece che «però devi vincere». Il premier «è tanta roba, troppo per me». Intanto, dai politici nazionali compresa la segretaria Pd Elly Schlein, non ha ricevuto sms di auguri («dal governatore Attilio Fontana sì»). E alla domanda se secondo lui Schlein sarebbe pronta per fare la premier tergiversa: «Penso che lei si senta pronta e si stia preparando. Può essere il candidato giusto, ma mancano ancora 2 anni, e se stai parlando di una coalizione non puoi parlare due anni prima del candidato». Non parteciperà alla manifestazione per Gaza promossa dal centrosinistra e nemmeno al «contro-evento» di Iv e Azione, «prevedo un weekend impegnativo per me in vista del Referendum», si tira fuori. Aquesto proposito, ritirerà le 5 schede, voterà sì al quesito sulla cittadinanza facile, «tendenzialmente sì» a quello su sicurezza sul lavoro e subappalti, sugli altri deve decidere. Niente trasferta a Monaco di Baviera per la Champions «soffrirò in casa» per l'Inter, «sono nervosissimo - dice - il mio rituale è vedere il match da solo su un ipad grande».
In caso di vittoria, «la parata dei campioni la sera stessa è esclusa, sarà domenica». Sulla vendita dello stadio ai club «stiamo correndo. I lavori del nuovo inizieranno dopo le Olimpiadi e sarà pronto per gli Europei 2032. Per me si dovrà chiamare sempre San Siro».