A 21 anni soldato dell'Isis «Vieni in Siria o ti ammazzo»

«Vieni in Siria a combattere o ti ammazzo»: un tentativo di reclutare soldati per l'Isis che era anche una terribile minaccia. A parlare è Monsef El Mkhayar, foreign fighter che si troverebbe nello Stato islamico, votato alla causa della jihad. Il 21enne marocchino, sotto processo per terrorismo internazionale, è cresciuto tra Milano e provincia. Prima in una comunità di recupero per minorenni e poi in un appartamento in città con altri giovani di origini straniere.

Nei mesi scorsi Monsef tentò di reclutare i suoi compagni di comunità. Tramite social o chat insieme al «gemello» di jihad Tarik Aboulala, partito con lui nel 2015 e poi morto da «martire di Allah». Obiettivi delle loro minacce sono un ragazzo connazionale: «Convertiti e vieni a combattere. Quando arrivo là ti taglio la testa. Hai visto faranca, farancia (gli attentati di Parigi, ndr)». E un giovane egiziano. I due però hanno denunciato tutto. I dettagli sono stati riferiti ieri al processo davanti alla Corte d'assise da un dirigente della Digos e da un responsabile della comunità. Dall'inchiesta condotta dal pm Piero Basilone era emerso come Monsef si fosse radicalizzato a San Vittore nel 2013. «Monsef aveva precedenti per spaccio e aggressione - ha detto il responsabile della comunità -. Uscito dal carcere, sembrava avesse cambiato vita. Non beveva più e non si drogava più, sembrava diventato una sorta di santo, aveva iniziato a frequentare le moschee e a fare discorsi monotematici sull'Islam. Probabilmente l'esperienza in carcere ha fortificato un atteggiamento radicale che prima aveva in fase embrionale». Dalla Siria Monsef ha contattato diverse persone e dal profilo Facebook faceva proselitismo.

Avrebbe cercato di convincere ad arruolarsi anche Usama El Santawy, ex presidente del centro islamico di Cinisello Balsamo, che però avrebbe interrotto subito la comunicazione. «Ti comporti come una donna - lo accusò il giovane combattente -, invece di fare il jihad stai in quel Paese di miscredenti».

CBas

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