da Milano
Alla fine «3 Italia» ce lha fatta. Ieri la Consob, dopo Borsa Italiana, ha dato il via libera alla quotazione chiedendo però che vengano messi in evidenza i rischi connessi alla situazione patrimoniale economica e finanziaria della società e del gruppo, i piani industriali, e il reperimento dei capitali necessari allo svolgimento dellattività industriale. Inoltre, si dovrà dare conto anche del fatto che la quotazione è subordinata alla delibera dellassemblea della capogruppo Hutchison Whampoa che si tiene il 27 febbraio a Hong Kong. La società dovrà dunque informare dei rischi connessi alla quotazione.
Fonti della commissione, interpellate dallagenzia di stampa Radiocor, hanno infatti spiegato che rispetto ad altre operazioni analoghe, l'elemento di novità sarà la pubblicazione del riepilogo dei fattori di rischio connessi alla quotazione della società. Tale riepilogo dovrà precedere il prospetto nella pubblicazione sugli organi di stampa nazionali. Sbarca così in Borsa un gruppo valutato circa 9 miliardi di euro, operante nel settore mobile, media e Internet, di cui andrà sul mercato indicativamente tra il 25 e il 30% del capitale. «3 Italia» guidata da Vincenzo Novari, che ha portato avanti il progetto di quotazione fin dalla scorsa estate, è detenuta al 95,4% dal colosso cinese Hutchinson Whampoa, ma ha nel capitale anche una rappresentanza italiana: Nh Investment (vicina al San Paolo Imi), 3 G Mobile Investment (Franco Bernabè), Gemina con uno 0,2% e Rcs Mediagroup con lo 0,5%. A giocare a favore dell'ingresso in Piazza Affari del gruppo, al di là di ripetute ricapitalizzazioni e ristrutturazioni dellindebitamento al servizio delloperazione che hanno portato lazienda ad avere una dotazione di un miliardo, secondo quanto riferito da diverse fonti finanziarie, ha certo giocato la schiera di importanti banche e advisor messi in campo per accompagnare la società in Borsa. Joint global coordinator delloperazione sono infatti Morgan Stanley, Goldman Sachs, Merrill Lynch, Hsbc, JP Morgan, Banca Imi e Caboto, mentre ladvisor è Lazard.
Sul mercato, dopo varie ipotesi avanzate negli ultimi mesi con il gruppo dapprima favorevole ad un collocamento per un ammontare fino ad oltre 3 miliardi di euro per poi pensare ad uno da 1,25 miliardi, probabilmente andranno comunque circa 625 milioni di azioni.
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