In 5 anni ceduti 32 palazzi: il mistero delle aste deserte

Svelate le liste, non tutti i misteri. Dopo il braccio di ferro delle ultime settimane, ieri alle due del pomeriggio il presidente Emilio Trabucchi, travolto dallo scandalo di «affittopoli», ha consegnato al Comune anche l’ultimo elenco tenuto in cassaforte del Pio Albergo Trivulzio, quello dei trentadue palazzi venduti ai privati negli ultimi cinque anni. Uffici, abitazioni, negozi, la maggior parte dei beni a Milano - soprattutto tra corso Sempione, viale Regina Margherita, via Senato - ma anche a Casalpusterlengo, Torino, Genova, Codogno, Robecco sul Naviglio, Spino d’Adda. E ad alimentare nuovi dubbi sono la raffica di aste andate deserte, che portano alla fine a un ribasso della quotazione rispetto alla valutazione dell’Agenzia del territorio, già a un livello minimo rispetto ai prezzi di mercato. Un affare ha fatto otto mesi fa la proprietaria che si è aggiudicata un negozio di quasi 70 metri quadri al primo piano in via Senato all’angolo con via Spiga: la stima partiva da 772mila euro ma visto che il bando è andato deserto se l’è comprato a 660mila euro, un bel risparmio di 112mila euro. In diversi casi, come questo, è bastato una sola gara deserta per procedere alla vendita: della stessa serie c’è l’alloggio di 119 metri quadri in piazza Maria Adelaide s-venduto a 500mila euro (anche se la stima dell’Agenzia partiva da 552mila), la figlia del direttore generale dell’ospedale San Carlo Antonio Mobilia ha dovuto aspettare almeno due gare flop invece per acquistare a 518mila euro un’appartamento da 160 metri quadri in largo Rio de Janeiro, ma si partiva da 678mila, l’attesa è stata ampiamente ripagata. Un intero palazzo in via Busseto è stato acquistato dall’Immobiliare Trafalgar a un milione di euro solo dopo alla quarta asta, dopo tre andate deserte (si partiva da 1,2 milioni).
La consigliera comunale del Pd Carmela Rozza per ora vuol restare cauta, le definisce «stranezze», e chiede altre carte. «Mi interessa sapere dove e per quanto tempo sono state pubblicate le offerte». Dettagli sulla durata delle aste e le modalità perchè «il sospetto - non ci gira intorno - è che per fare un favore all’acquirente finale alcune offerte siano state formalmente pubblicate ma tenute in sordina. Il Pat ci dica se lo hanno saputo solo i bene informati». E «non si capisce perchè in alcuni casi basti un’asta deserta per procedere all’assegnazione e altre volte si attendano 4-5 tentativi».
Tra chi si è aggiudicato due appartamento di 46 e 43 metri quadri in via Giordano Bruno per 169mila e 160mila euro nel 2007 c’è anche la Pugliese spa, l’impresa edile di Cinisello Balsamo finita sotto inchiesta per una vicenda di ristrutturazioni e mazzette che ha coinvolto anche dei funzionari dell’Aler. L’elenco consegnato da Trabucchi ha confermato invece alcuni nomi noti già emersi nei giorni scorsi. L’ex assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti ha acquistato con diritto di prelazione un appartamento in corso Sempione per il valore di 533mila euro esercitando il diritto di prelazione. L’avvocato Marcello Di Capua, ex presidente dell’associazione Casa Letizia e attualmente della Fondazione Aem, a fine 2009 ha comprato un ufficio di 170 metri quadri in viale Regina Margherita per 744mila euro.

Carla Vites, moglie dell’ex assessore regionale alla sanità, ha acquistato per 1,5 milioni circa una casa da 310 metri quadri in via Guerrazzi, mentre Antonio Simone che siede nel cda della Fondazione Policlinico è riuscito ad aggiudicarsi un mega appartamento da 257 metri quadri in via Statuto a 1,3 milioni, esattamente quanto prevedeva la stima dell’Agenzia del territorio.

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