5 dirette È il basket-day ma Sky vuole lasciare

Satira e fantasia nel mondo piatto degli sport che non possono essere il calcio. Il basket sfrutta la sua domenica d'aria godendosi ben 5 dirette televisive su Sky a partire dalle 12. Dolci nella calza di una Befana anticipata, ma potrebbe anche essere soltanto carbone se, come dicono, le nuove richieste della Lega convinceranno chi dirige la tv a pagamento a lasciar perdere perché «il basket costa troppo». Le società di basket dicono che quelle briciole non valgono l'ostracismo di tutte le altre reti televisive. Storia vecchia, ma la verità è nascosta nell'unica offerta arrivata sotto canestro, quella della Rai, ma non per il satellite, bensì per il digitale terrestre. Altro ghetto.
Comunque meglio godersi questa domenica (preceduta ieri dall’anticipo che ha visto la Ngc Cantù espugnare 88-87 il parquet della Gmac Bologna), che si apre con l'assalto nella casa dell'imbattuta Siena di una Virtus Bologna tornata a sorridere, con qualche dentino in meno, perché in certe cose ci si mette la faccia, dopo aver perdonato il folletto Boykins, scappato in America senza permesso, tornato e pronto a chiedere scusa a compagni, tifosi, società, avendo fatto, immaginiamo, due conti su stipendio e premi. Prima contro seconda in classifica, almeno sulla carta, ma diciamo campioni che, anche senza Kaukenas e Finley, dovrebbero respingere le spade di latta di chi insegue.
Aperitivo forte e poi stuzzichini con un faccia a faccia per salvezza a Biella dove Ferrara cerca di scoprire se questa serie A è troppo distante dai suoi sogni, prestando attenzione a quello che farà Avellino aggredita da Pesaro perché chi si prende i 2 punti può navigare verso le finali di coppa Italia di febbraio a cui saranno ammesse le prime 8 del girone di andata a cui mancheranno poi soltanto 2 giornate per il primo verdetto. Si rimane nella stessa zona di conflitto a Porto San Giorgio, dove Montegranaro ospita Teramo in un braccio di ferro fra società che hanno il diritto di considerarsi la rivelazione dell'anno. Conclusione sulla strada dissestata che porta ad Assago dove Roma potrebbe spingere un po' troppo in là l'Armani in grigio intossicata dalle volate perse. Qui siamo nel campo della satira e della fantasia perché a guidare Roma è Nando Gentile, l'ultimo bucaniere uscito con lo scudetto per Milano nel 1996, allenatore subentrato al dimissionario Repesa a cui ha promesso che non ne avrebbe mai preso il posto.

Il manager Bodiroga, c'era anche lui in quel 1996, cerca sostituti temporanei in attesa di un messia che potrebbe essere Boscia Tanjevic, dolorosamente coinvolto in questa storia, anche se stasera quello che conta è battere un'Armani intossicata dai dubbi che avrebbe bisogno della sua gente per non lasciarsi scappare il treno che porta verso la coppa Italia, che non sa ancora chi è il vero regista e se Hawkins ha dentro soltanto rabbia per girare le spalle all'ex presidente o per essere capobranco.

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