A 80 anni fa ancora il trucco del moribondo

Quando l’hanno portato in commissariato ha guardato con gli occhi supplici il «dottore» chiedendogli una telefonata. Alla moglie, che l’ha duramente rampognato. «Mi avevi detto che non saresti mai finito in galera, perché avevi 80 anni?». Sì, lui ne era convinto, ma il «dottore» non era dello stesso avviso e lo ha fatto finire a San Vittore.
Dove il palermitano Michele era di casa: pagine e pagine di precedenti, non si costruiscono senza pena. E senza pene. Niente violenze, solo furti con destrezza, come quelli in cui si era specializzato da un paio di anni insieme a un altro siciliano Francesco, 53 anni, originario, come i famosi pomodori, di Pachino. Semplice la loro tecnica: identificare un anziano dopo un prelievo in banca, seguirlo, fingere un malore, cadergli davanti e nel parapiglia, borseggiarlo. In tre mesi avrebbero messo a segno 11 colpi, bottino circa 20mila euro, gli ultimi il 30 marzo e il 2 aprile alla filiale Intesa di via Lunigiana. Davanti alla quale il «dottore», cioè Andrea Olivadese, vicedirigente del commissariato Garibaldi Venezia, s’è appostato con i suoi uomini.

Beccando Michele che stramazzava mezzo morto davanti a un signore di 77 anni. Che prontamente s’era chinato ad assisterlo mentre arrivava trafelato Francesco. «Ma dottore - ha chiesto Michele - non mi potrebbe denunciare a piede libero». Solo perché poi quando esce chi la sente la moglie?

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