Economia

A2A: Brescia e Milano si danno battaglia per il vertice di Edison

Obiettivo: la presidenza Ma Capra e Corsini sono fuori gioco

da Milano

I vertici Edison interessano anche a Brescia. La scadenza del patto riapre infatti la possibilità di una revisione del vecchio assetto concordato tra Aem ed Edf. Ma ora Aem e Asm si sono fuse in A2A e se da una parte i due gruppi stanno lavorando alla costruzione della nuova società, a livello politico c’è chi vorrebbe che i bresciani pesassero di più in Foro Buonaparte. La domanda è: come? Anche perchè le elezioni politiche ormai certe complicano lo scenario.
Dato per scontato che nel cda Edison potrà entrare solo un esponente bresciano per la quota spettante ad A2A, in alcuni ambienti si sta pensando a una candidatura alla presidenza. In altri termini: un uomo solo, ma con più peso. Anche perchè il cda Edison dovrebbe passare da 12 a 13 componenti, ma per far spazio alla lista di minoranza. Così A2A continuerebbe ad avere tre rappresentanti, più uno di Enìa, uno dei trentini e un indipendente. Edf resterebbe a 5 più un indipendente. Per ora quella della richiesta della presidenza è una possibilità, ma che non ha mancato di mandare in tensione gli ambienti milanesi.
Il fatto è che per ambire alla poltrona della presidenza Edison, i bresciani devono poter calare un asso di assoluto primo piano. E qui, almeno per il momento, cominciano i dolori. Renzo Capra (il vecchio ma solido patron di Asm) è già destinato alla presidenza del consiglio di sorveglianza. Paolo Corsini, sindaco uscente di Brescia e dato a suo tempo «papabile» per i vertici A2A, punta a Roma, approfittando del «treno» delle politiche su cui si prepara a salire. Il vicesindaco di Brescia, Elia Tomasoni, andrà alla vicepresidenza del comitato di gestione di A2A e avrà il suo bel da fare assieme al presidente Giuliano Zuccoli e agli altri due componenti del consiglio e condirettori generali di A2A, Renato Ravanelli (in quota Aem) e Paolo Rossetti (in quota Asm), per far decollare il nuovo gruppo.
Secondo fonti bene informate c’è tempo fino a fine febbraio per un chiarimento, innanzi tutto nelle file bresciane, e poi con i milanesi. Tenendo anche conto del fatto che a marzo ci sarà da trovare l’intesa definitiva con i francesi.
L’ipotesi di cedere la presidenza Edison trova però porte chiuse a Milano. Fonti vicine ad Aem sottolineano che è stato Zuccoli a fare l’accordo con Edf che ha portato Aem in Foro Buonaparte mantenendone l’«italianità» e che non ha intenzione di rinunciare a posizioni, compresa anche quella in Edipower, che danno la possibilità di un coordinamento fra tre diverse realtà. Insomma, un «no» netto a una scelta che regalerebbe ai soci un peso strategico nell’alleanza con i francesi.

Asm, interpellata, ha detto che la scelta toccherà agli azionisti.

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