A2A, alla vigilia di Edipower finisce il regno di Zuccoli

Il manager lascia la presidenza dopo 13 anni in forte polemica con Tabacci e il Comune di Milano. Deleghe a Ravanelli e Rossetti

A2A, alla vigilia di Edipower finisce il regno di Zuccoli

Un addio improvviso. E doloroso. Giuliano Zuccoli ieri ha presentato le proprie dimissioni dalla presidenza del cdg di A2A che manteneva da tredici anni e da tutte le cariche nel gruppo incluse la presidenza di Edison ed Assoelettrica. Nella lettera inviata ai dipendenti si fa riferimento a «motivi personali» (negli ultimi tempi il presidente ha avuto problemi di salute), ma in quella ufficiale, destinata al presidente del cds Graziano Tarantini e al suo vice Rosario Bifulco, si dice «amareggiato per gli attacchi subiti».
E qui la vicenda diventa più «politica» giacché non è un mistero che tra gli avversari di Zuccoli vi sia l’assessore al Bilancio del Comune di Milano (azionista di riferimento di A2A), Bruno Tabacci, che ha più volte chiesto «discontinuità» in previsione dell’assemblea di maggio quando i consigli saranno rinnovati. Il deputato dell’Api ha tuttavia evitato le polemiche ricordando le minori trattandosi di una società quotata i diritti feudali della politica hanno minore cogenza. Considerato che, dopo l’intesa tra Edf e Delmi sul riassetto Edison-Edipower (il patto dovrebbe essere sottoscritto tra lunedì e martedì prossimi) anche il ruolo di rappresentanza in Foro Buonaparte sarebbe stato ridimensionato, Zuccoli ha scelto la via onorevole del passo indietro rispetto a un avvicendamento che sarebbe stato vissuto come ingeneroso per un manager che entrato nel 1996 nella vecchia Aem Milano su input dell’ex sindaco Gabriele Albertini (attuale presidente di Edipower) e confermato dal successore Letizia Moratti. Il track record è prestigioso giacché ha trasformato la municipalizzata meneghina nel secondo produttore di energia elettrica in Italia con una capacità di generazione di 10mila Megawattora passando attraverso la fusione con la bresciana Asm.
Il futuro di A2A, per ora, è nelle mani dei due dg Renato Ravanelli e Paolo Rossetti. Entrambi non hanno mancato di evidenziare non solo la «grave perdita» per la società, ma anche come «l’acquisto di Edipower (di cui A2A avrà il 51%) abbia realizzato i desideri di Zuccoli» che da oltre dieci anni si batteva per la costituzione di una multiutility costituita dalle ex municipalizzate sul modello Rwe. Non a caso il «lodo Zuccoli», che prevedeva la prevalenza di Edf in Edison e l’italianità della sua principale controllata, è stato il modello che si è imposto - nonostante la contrarietà di Tabacci - anche grazie al patrocinio del ministro dello Sviluppo, Corrado Passera.
Non è per il momento sicuro che la vacatio alla guida del cdg di A2A duri fino all’assemblea, perché oggi potrebbero riunirsi entrambi i consigli per procedere - come da statuto - alla designazione di un nuovo presidente, ruolo che potrebbe anche non essere ricoperto dall’attuale vice Vittorio Cinquini. Nella nuova Edipower, Zuccoli non ci sarà, mentre per la presidenza - sulla base delle intese con Iren - è in pole l’ad del gruppo ligure-piemontese Roberto Garbati.
La Borsa ha accolto le dimissioni del presidente con un rialzo di A2A che è salita del 6,18% a 0,79 euro.

Una prassi consueta nel caso di abbandoni imprevisti che lasciano presagire agli operatori battaglie senza quartiere. Molto probabilmente non sarà così, ma il mercato quando sente odor di tragedia si mobilita in tempi strettissimi, pronto anche alle immediate prese di profitto.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica