da Torino
Il marchio Abarth, affidato da Sergio Marchionne a Luca De Meo, ritorna in modo compiuto, con una identità più forte di quanta abbia mai avuto in passato, e con una sede nuova, ricavata allinterno del comprensorio di Mirafiori: ununità moderna che si sviluppa su unarea di 23mila metri quadrati contigua allo stabilimento storico di Fiat per sottolineare come il rilancio di Abarth sia assolutamente organico non solo al marchio torinese, di cui riprende appieno la funzione di braccio sportivo, ma di tutto il gruppo, in cui porta una ventata di giovinezza e di grinta. E di giovinezza, di quella attuale e di quella che fu, si può ben parlare di fronte allultima nata dal rinnovato sodalizio: lAbarth 500. Nel nome cè già tutto il senso di un modello che parte lancia in resta alla conquista del cuore di quei giovani, e sono tantissimi che amano ancora lauto guizzante, piena di grinta e personalità, emozionante per prestazioni e doti di guida, simpatica e scanzonata nel suo aspetto spavaldo.
«Piccola, ma cattiva», come si diceva della Fiat 500 Abarth di 50 e più anni fa. E così è la nuova Abarth 500, nella sua veste che riprende colori e grafiche tradizionali: bianco perlato con filetti e bande rosso-minio. Come allora, alla Abarth ricevono le scocche nude e costruiscono una vettura che con la 500 ha in comune solo la carrozzeria, per altro modificata anchessa con laggiunta delle doverose appendici aerodinamiche.
Abarth progetta e sviluppa tutti i componenti speciali delle sospensioni e modifica radicalmente lassetto dellautotelaio, abbassandolo, irrigidendo la taratura di molle, ammortizzatori e barre anti rollio, adottando ruote da 16 o 17 pollici con pneumatici maggiorati e a profilo ribassato fino a 205/40-17.
I freni impiegano dischi maggiorati sulle quattro ruote, autoventilanti gli anteriori. Tutto questo per fare fronte al potenziale dello speciale Fire 1.4 16v sovralimentato con turbo a geometria variabile che associa una potenza di 135 cv a una coppia massima di 206 Nm.
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