Domenica scorsa l'Atalanta deve aver perso sul nostro campo passamontagna e piede di porco. E fortuna che qualcuno dei nostri lo ha raccolto e caricato sul pullman in partenza per Verona. Le intenzioni erano buone, per carità. Puri come bambini, vista anche la panchina su cui erano posati glutei di un'età media di 8/9 anni cadauno; con un'intera squadra titolare impegnata tra infermerie e obblighi di firma davanti al giudice sportivo; sereni per una classifica che concede anche un po' di spazio ai buoni sentimenti. Insomma, eravamo pronti a uno scambio di pandori e Cinque Terre doc. Il punticino di buon Natale l'avremmo anche lasciato al Chievo. Ma accidenti, gli auguri si scambiano in due. Non è che uno tende la mano con un sorriso e l'altro lo prende a pallonate sui pali. Suvvia, un po' di buona creanza. Anche il pubblico di Verona, a forza di urlare al gol, ha finito persino per svegliare Olivera (o forse dev'essere stata quella coorte di eroi che hanno fasciato di rossoblù mezzo Bentegodi). Tra l'altro quel piede di porco non poteva neppure averlo raccolto lui la settimana scorsa a Marassi. Aveva un alibi di ferro: non c'era, certificato medico alla mano. L'ha usato, è vero, ma tranquilli: neppure i Ris troveranno le sue impronte digitali.
Perché giocava con i guanti. E perché i carabinieri hanno tutti gli uomini impegnati su reati molto più gravi, commessi su altri campi. Dicono che le grandi squadre fanno così. E allora, caro Grifo, buon Natale per non aver commesso il fatto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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