Gli abbonamenti Amt finiscono in procura

Gli abbonamenti Amt finiscono in procura

E li chiamano «Servizi tessere agevolate»! E se agevolate sono tariffe degli abbonamenti, non si può dire altrettanto dei servizi. Perché tutti i clienti Amt residenti a Genova che hanno diritto a biglietti mensili o annuali a prezzi ridotti non possono più rinnovare la loro tessera nelle diverse biglietterie Amt dislocate in città, ma devono recarsi al Terminal traghetti, zona Dinegro, presso il centro commerciale «Terminal», vicino alla Coop.
E così, mutilati, invalidi, non vedenti, handicappati psichici, persone sorde, pensionati e altri cittadini appartenenti a categorie specifiche, non proprio agevolate, sono costretti ad attraversare la città per poter pagare l'abbonamento cui hanno diritto. Ad attenderli code interminabili, servizi che definiscono inefficienti, e una complicata modulistica che spesso costringe gli utenti Amt a recarsi a Dinegro diverse volte in più giorni.
Confusione e tensione regnano nel point e feroci lamentale non mancano già dallo scorso dicembre. Ora, nei primi giorni 2007, la situazione è ancora peggiore: per molti utenti la scadenza della tessera coincideva con la fine del 2006. L'orario di apertura degli sportelli va dalle 8.30 alle 12.30 al mattino e dalle 13.15 alle 15.45 il pomeriggio, dal lunedì al venerdì, ma spesso, già alle 10.30 terminano i numeri di attesa. Venerdì è successo questo e le persone sono insorte.
B.F. di 45 anni è deciso ad andare in procura per fare un esposto contro Amt, perché «non è possibile che non esista un servizio pubblico adeguato proprio per chi già vive con difficoltà». Anna Cagnoni, 73 anni, un piede da operare, vuole reagire: «Non possiamo più stare zitti contro chi assume un atteggiamento prepotente». Ma il vociare di protesta è diffuso: nelle ore interminabili di attesa, con il rischio di non poter essere neppure serviti, il malumore tra i cittadini è grande e si alzano voci che raccontano storie drammatiche. Stefano Giacobbe, 87 anni, invalido, cammina a stento, ma è arrivato da solo da via Montaldo a Dinegro, perché non può più rinnovare la tessera in via Bobbio. Al Terminal dovrà tornare: non è riuscito a compilare il modulo, e per questo si commuove «perche dopo una vita di battaglie non pensava che esistesse ancora così poca assistenza».
Non c'è nessun addetto all'accoglienza incaricato di istruire le persone sul da farsi. Solo uno degli impiegati presenti, abbandonando uno dei quattro sportelli aperti, tenta di dare istruzioni alle persone in coda che avrebbero bisogno di numerosi chiarimenti. E la confusione è ancora maggiore di quella che potrebbe esserci: Giuseppe Marino poteva rinnovare il suo abbonamento anche altrove, ma non è riuscito ad avere spiegazioni per telefono. «Al numero verde Amt - denuncia - è da diversi giorni che fanno stare in linea a lungo per poi invitarti a riagganciare il telefono senza farti parlare con nessun operatore». Ma la mancanza di comunicazione è evidente: Tobia Tarantino da Righi e S.M. da Nervi, sono stati dirottati prima in via D'Annunzio e soltanto dopo a Dinegro. «Fortunatamente c'è gente che può aiutare persone che non sarebbero in grado di affrontare certe situazioni da sole» sentenzia Anna Ciccarelli.

Lei è lì per sostenere un suo conoscente che ha il 100 per cento di invalidità. Come lei tanti: parenti, figli e perfino infermieri. Tutti in coda sperando che Amt faccia qualcosa al più presto per «non rovinare anche ad altri questo 2007 appena iniziato».

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