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Abete: "I guardalinee non sono degli arbitri"

Tuona il presidente federale. Tensione Inter-Juve Moratti: "Errori in buona fede", Cobolli: "Loro favoriti". Griselli, che a Siena ha convalidato il gol di Maicon, rischia un mese e mezzo di stop

Abete: "I guardalinee 
non sono degli arbitri"

Questione di centimetri, anzi di metri. O se volete di metro arbitrale. E i termini sudditanza psicologica, complotto, incapacità, sospetto tornano di moda. Il fuorigioco è ormai diventato un optional, come dimostrano gli ultimi clamorosi casi di Siena e Bergamo. Inevitabile che la riunione di Lega a Milano per i canonici auguri natalizi diventi l’assise del dibattito sull’ennesima domenica disastrosa dei fischietti, o meglio degli assistenti. Perché sul banco degli imputati sono finiti l’esperto e famoso Griselli (premiato venerdì scorso a Coverciano con una targa per la sua brillante partecipazione a Euro 2008) e il meno celebre Alessandroni. Che hanno allungato la lista di guardalinee - tanti in un girone di andata nemmeno terminato - autori di sviste colossali. Griselli, coinvolto nello scandalo di Calciopoli (assolto dalla giustizia sportiva, è in attesa del rito abbreviato nel processo penale a Napoli), da molti è considerato il miglior assistente italiano, ma dopo un errore così marchiano la sospensione sarà inevitabile: almeno un mese e mezzo.

All’assemblea milanese mancano, come da qualche anno a questa parte, i rappresentanti della classe arbitrale (il presidente dell’Aia Cesare Gussoni è in Canada dalla figlia per le feste natalizie). Il numero uno della Federcalcio Abete dà un giudizio «complessivamente positivo» sui direttori di gara, «al di là degli errori fisiologici che ci sono stati, compresi quelli evidenti dell’ultima giornata». Ma poi lancia un messaggio preciso: «Bisogna frenare la tendenza degli assistenti a espropriare il ruolo degli arbitri, evitando l’invasione di campo». Sotto accusa, quindi, l’eccessivo potere decisionale assunto dai guardalinee che stanno provocando errori a ripetizione e conseguenti polemiche.

Il secondo gol dell’Inter e il primo della Juve sono apparsi clamorosamente irregolari, colpa di fuorigioco macroscopici non segnalati da assistenti in linea con l’azione. Il patron nerazzurro Massimo Moratti non vuole però farsi rovinare il finale d’anno e il primato in classifica per il discusso gol di Maicon. «Abbiamo meritato il primo posto in classifica così come la vittoria dello scudetto - spiega -. Quello di Siena è stato un incidente, più del guardalinee che dell’arbitro, che noi stessi abbiamo ammesso e non so che cosa potevamo fare di più. Siccome è in buona fede, è ben diverso da quello che succedeva anni fa. È capitato anche alla Juventus ed è successo nella stessa maniera. Erano situazioni più facili da segnalare, cercheremo di essere più bravi l’anno prossimo. Ma non riesco a capire perchè si debba dire “peccato per Siena”, non so quale possa essere il peccato o forse dipende dai discorsi che vengono fatti in certi studi tv. Mi dispiace per gli errori, ma non posso neanche straziarmi dal dolore».

Alcuni addetti ai lavori sono tornati a parlare di «sistema Juventus», riallacciandosi al recente passato legato a Moggi. «Non so se sia stata una battuta, ma francamente non l’ho capita - la replica del presidente bianconero Cobolli Gigli -. Che ci siano degli errori arbitrali lo dice la tv e lo riconoscono gli allenatori. Poi forse quello di Bergamo era meno evidente di quello di Siena, ma sempre errore era. Credo che gli errori non vadano solo da una parte e Collina sta lavorando per migliorare gli arbitri, che fanno un mestiere molto difficile. Quando sbagliano, non lo fanno apposta perché si giocano la carriera. È possibile che l’Inter sia stata più favorita, ma ricordiamoci che quella nerazzurra è una portaerei, cioè una squadra dotatissima, quindi a volte è più facile commettere degli errori con chi esprime un gran gioco.

Tutto il mio rispetto all’Inter e la volontà di esserle davanti, chissà mai un giorno, il più presto possibile».

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