da Bari
Hanno eseguito laborto, ma il feto è rimasto vivo: gli specialisti sono subito intervenuti, ma non hanno potuto far nulla per salvare il piccolo. È accaduto al Policlinico di Bari, da dove adesso parte la richiesta di abbassare da 24 a 22 settimane il limite massimo per laborto terapeutico.
Il caso si è verificato alcuni giorni fa nel più grande ospedale di Puglia, il secondo del Mezzogiorno. La madre del bambino aveva deciso di rinunciare al figlio dopo lindicazione di uno psichiatra che le aveva sconsigliato il parto. Lintervento è stato effettuato dopo ventidue settimane e tre giorni di gestazione. Il feto è stato diviso dal cordone ombelicale: è nato vivo, ma «non era vitale», precisano dallospedale. Il corpo e gli organi interni non si erano sviluppati. I ginecologi e il medico neonatale sono subito intervenuti con tutte le terapie necessarie: lo hanno intubato, gli hanno somministrato i farmaci necessari, hanno fatto di tutto per salvarlo.
Ma è stato inutile. Il bambino non ce lha fatta, è morto poche ore dopo. E adesso, al Policlinico, a breve potrebbe costituirsi un comitato di medici per chiedere provvedimenti alla direzione sanitaria in modo che venga abbassato il limite delle 24 settimane. Lipotesi è quella di un codice di autoregolamentazione. Intanto, proprio ieri lassessorato regionale alla Sanità ha sospeso lefficacia di una circolare interna della Asl di Bari che disponeva la fornitura della «pillola del giorno dopo» a consultori e ambulatori.
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