Cronaca locale

«Aborto, più fondi ai consultori e nuovo limite a 22 settimane»

Lo ha deciso il Pirellone. Critiche dal Pd: «Si potenzino i centri diagnostici». Udc e Fi: «Attacchi strumentali»

Roberto Formigoni vara nuove norme e nuovi fondi per contrastare il ricorso all’aborto: «Non è una sfida al ministro della Salute anche se è vero che la Lombardia prende una decisione mai presa prima e ci auguriamo che altre Regioni ci seguano». La Regione ha stanziato otto milioni di euro per i consultori, che potranno così «potenziare le attività preventive e di accoglienza delle donne in gravidanza». Il finanziamento, proposto dall’assessore alla Famiglia Gian Carlo Abelli e deciso ieri dalla giunta regionale, porta a un totale di 64 milioni le risorse a disposizione dei consultori ed è avvenuto nell’ambito di provvedimenti per l’applicazione della legge 194. Obiettivo «rafforzare l’aiuto e il sostegno alla donna nella fase di scelta della maternità», cercando così di evitare che le madri scelgano di abortire nei primi novanta giorni di gravidanza.
Regole più restrittive sono state invece introdotte per l’aborto terapeutico. In base alle linee di indirizzo della Regione per l’attuazione della 194, non sarà più possibile l’aborto oltre la ventiduesima settimana (più tre giorni) di gravidanza. «Dati scientifici oggi a disposizione indicano che a 23 settimane è possibile la vita autonoma del neonato» spiega un documento della Regione, condiviso da numerosi esperti come Alessandra Kustermann (che non esclude un prossimo abbassamento del termine a 21 settimane), Basilio Tiso e Fabio Mosca (della Mangiagalli), Luigi Frigerio (Ospedali di Bergamo) e Patrizia Vergani (San Gerardo di Monza).
Tra le novità, un Registro regionale degli aborti terapeutici, che metterà a confronto la diagnosi prenatale con l’autopsia del feto abortito (in modo anonimo per la donna). Sarà un’équipe con la consulenza di uno psicologo ad accertare i gravi pericoli per la salute fisica o psichica della donna. I certificati medici (redatti da almeno due ginecologi) faranno poi parte di una cartella clinica inviata alla Direzione sanitaria. Viene inoltre specificata la procedura d’urgenza: la motivazione dovrà essere riportata sul certificato.
Formigoni, che si è detto «favorevole alla moratoria sull’aborto proposta da Giuliano Ferrara», si è attirato le critiche del Pd, che annuncia di voler «vigilare attentamente sull’attuazione» e chiede che «si potenzino i centri diagnostici per gli esami prenatali più avanzati, che oggi sono garantiti solo in alcuni centri». Contrattaccano Udc e Forza Italia che parlano di «critiche strumentali» e «partito ideologico».

Replica anche l’assessorato alla Sanità di Luciano Bresciani: «I centri di diagnostica prenatale non sono affatto scarsi ma esistono in tutti i reparti di Osteticia e sono, sia in assoluto che in proporzione alla popolazione femminile, i più numerosi in Italia».

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