Abramovich è sordo alla voglia di fuga dalla Spagna di Ibrahimovic e Kakà

Kakà e Ibrahimovic chiamano, il Chelsea non risponde. È quello che sta accadendo, a fari spenti, nelle pieghe di un calciomercato povero e che ha trasformato il club londinese, campione d'Inghilterra, nel terminale di proposte e offerte a buon mercato di calciatori noti e notissimi, a caccia di un rilancio. Tra gli addetti ai lavori persiste la convinzione che il magnate russo Roman Abramovich, interessato alla conquista della Champions league, sia sempre disponibile a cospicui investimenti nel calcio pur di tagliare l'ambito traguardo continentale. E pochi s'accorgono invece che da qualche tempo, e in particolare dalla scorsa estate, il Chelsea ha imboccato (come documentano molti contratti scaduti e non rinnovati, Joe Cole e Ballack i più discussi) la strada di una gestione virtuosa dei conti.
Che lo svedesone ex Inter, attraverso il suo manager Mino Raiola, stia lavorando sodo per chiudere col Barcellona che ha puntato tutto su David Villa, è notizia risaputa. Che il suddetto agente, pur impegnato nella logorante trattativa tra Manchester City e Inter per definire i dettagli operativi del trasferimento di Mario Balotelli in Premier league, tempesti di telefonate l'allenatore del Chelsea Carlo Ancelotti è altrettanto noto. Tra i due, Ibrahimovic e Ancelotti, c'è anche stato un occasionale incrocio dalle parti di Miami enfatizzato dalla stampa inglese. Quel che invece non risultava agli atti delle cronache è il disinteresse mostrato dal club londinese dinanzi alle offerte di Ibrahimovic non solo ma anche il silenzio assoluto osservato a margine della richiesta di Raiola di ottenere un colloquio diretto col patron del Chelsea. Gli han fatto capire: «Non se ne parla nemmeno».
Stesso, malinconico destino, per Ricardino Kakà. Il brasiliano, e in particolare suo papà ingegner Bosco, hanno capito al volo che con l'arrivo di Mourinho a Madrid, la posizione dell'ex gioiellino di casa Berlusconi si è fatta più difficile. E non solo per la deludente resa di Kakà nella passata stagione, tradita anche nella parte conclusiva, al mondiale cioè. E allora si sono rivolti ad Ancelotti per fargli conoscere in modo esplicito la volontà di cambiare residenza calcistica, abbandonando Madrid per Londra. Trasloco che tra l'altro coprirebbe un vuoto tecnico del Chelsea dallo scorso anno interessato alle prestazioni del francese Ribery giudicato incedibile dal Bayern.
Ancelotti non è rimasto insensibile dinanzi alla telefonata di Kakà che pure l'anno prima aveva chiuso col Real respingendo al mittente le offerte telefoniche dello stesso Chelsea. E ha informato Abramovich, attraverso il circuito interno al Chelsea, dell’opportunità dettata dagli sviluppi del mercato.

La risposta, anche questa volta, è stata il silenzio assoluto con l'effetto immediato di far capire a tutti che i piani finanziari del patron russo, che in regime di semi-austerità ha vinto il titolo qualche mese fa, sventolato da Mourinho come una conquista storica, non subiranno modifiche. Neanche per Kakà.

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