In Abruzzo rischia di restare sotto le macerie anche il turismo

L'appello del presidente regionale di Assoturismo Daniele Zunica: "Ogni giorno tante mail di disdetta, a Pasquetta alcuni ristoranti hanno fatto soltanto tre coperti Aiutateci a far capire anche all'estero che restiamo per gran parte una meta fruibile"

C'è il rischio che a finire sotto le materie del terremoto abruzzese ci sia anche il turismo. È il grido d'allarme lanciato da Daniele Zunica, presidente regionale Assoturismo Abruzzo-Confesercenti, organizzazione che include circa 300 albergatori e 1200 tra stabilimenti ed esercizi vari. Settore messo in ginocchio come tanti altri dal sisma del 6 aprile e dallo sciame sismico che non accenna a finire. «Ogni mattina - dice Zunica - quando accendo il computer, è una stretta al cuore. Cinque o sei e-mail di disdetta al giorno. Per molti l'intero Abruzzo è distrutto e quindi non può essere meta di vacanze». Di qui l'sos: «Aiutateci a spiegare - supplica Zunica - anche all'estero che la gran parte della nostra regione è perfettamente fruibile. Altrimenti sarà crisi vera anche per chi, come noi, non è stato materialmente danneggiato dal terremoto».
L'Assoturismo «si è attivata immediatamente dopo il sisma - spiega ancora Zunica - mettendo 4mila posti letto a disposizione degli sfollati nel giro di tre ore. E stiamo continuando a fornire il nostro aiuto alle persone colpite da questa tragedia. Ma purtroppo, con il passare dei giorni, ci stiamo rendendo conto che anche noi siamo stati in qualche modo travolti dal terremoto». Le disdette, infatti, secondo l'Assoturismo, arrivano a pioggia. Anche il weekend pasquale, nonostante località come Roccaraso fossero piene di neve, ha avuto risultati preoccupanti. Zunica parla, ad esempio, di ristoranti che, nel giorno di Pasquetta, hanno lavorato per tre coperti. «Purtroppo - prosegue Zunica - si è fatta strada l'idea che l'intero Abruzzo sia inagibile. La mia struttura si trova a Civitella del Tronto e non è stata minimamente intaccata dal sisma eppure la gente annulla le prenotazioni. E lo stesso accade ai miei colleghi. Considerate che sulla fascia collinare-montana riposano 18 tra i più suggestivi borghi italiani, ma le strutture locali sono praticamente vuote. Già c'era la crisi, ora siamo davvero al collasso. È sin troppo facile, purtroppo, prevedere un'ondata di licenziamenti».
Per Zunica ora gli investimenti corrono il rischio di andare in fumo e di bloccare una voce, quella legata al turismo, tra le più importanti nell'economia abruzzese. «Ed è proprio quello che dobbiamo evitare - conclude Daniele Zunica - Proprio per questo rivolgo un appello a tutti. Al Governo, affinché non dimentichi che anche fuori dalla piana dell'Aquila la situazione si sta facendo critica. Ai media, che ci possono aiutarci a far comprendere alla gente che l'Abruzzo è agibile e fruibile nella sua quasi totalità.

Ai tour operator e alle agenzie di viaggio, che possono certamente spingere i loro clienti verso i nostri territori. E a tutte le persone, italiani o stranieri che siano. Venite in vacanza in Abruzzo, sarà questo il modo migliore per aiutarci a risollevare il capo da questa terribile tragedia».

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