L'Aquila - Gianni Chiodi è stato eletto presidente della Regione Abruzzo con il 48,81% dei voti. Il risultato favorevole al candidato del Pdl è emerso al termine dello scrutinio delle 1.625 sezioni. Il principale sfidante, Carlo Costantini, sostenuto da Pd e Idv, ha ottenuto il 42,67% dei voti. E nel centrosinistra già si intravede una spaccatura che è destinata a lacerare profondamente gli equilibri dell'opposizione.
Di Pietro: "Il Pd faccia un bagno nell'umiltà" "Con quegli strateghi del Pd" non vuole polemizzare, il leader dell’Idv Antonio Di Pietro, felice per il risultato della sua formazione politica alle Regionali in Abruzzo. "Voglio dire che - sottolinea a Repubblica - quando si ha un risultato, questo è frutto di impegno, del lavoro, di un linguaggio chiaro, di un comportamento limpido e della determinazione". "Nel centrosinistra c’è stata piuttosto una resa dei conti tra le due anime", una è quella di chi "pensa che la questione morale, se risolta, porta a una democrazia compiuta", e chi pensa "facciamo a meno di Di Pietro e passa il pizzino all’avversario. È bene che il partito riformista faccia un bagno di umiltà e invece di criminalizzare sempre la nostra azione ammetta che l’elettore si riconosce di più in questa nostra linearità di comportamento che nelle alchimie di Palazzo", spiega. "Veltroni non ha mai rotto i ponti con noi. Ebbene, il segretario salti il fosso e gli altri sappiano che l’alleanza con noi porta a un risultato che può permetterci di competere con il centrodestra", sottolinea il leader dell’Idv. Quanto a un’alleanza con l’Udc, Di Pietro rileva: "Dall’Udc dei Tabacci imparo qualcosa, dall’Udc dei Cuffaro mi scanso per evitare di rimanere sfregiato".
Il processo all'alleanza con l'Idv Parte il processo al Pd. Anzi alla scelta del segretario Walter Veltroni di allearsi con Antonio Di Pietro. La sconfitta alle Regionali abruzzesi lascia un segno, almeno a leggere la stampa vicina all’area dei Democratici. Titola il Riformista: "Un’altra Walterloo", mentre la foto di apertura è quella di un sorridente Antonio Di Pietro. L’editoriale in prima non lascia spazio a fraintendimenti: "Così si suicida un partito". Durissimo anche Europa: "Perso l’Abruzzo, cade il Pd. E ora basta con Di Pietro" è l’apertura del quotidiano. Anche l’editoriale non lascia dubbi: "Liberatevi da questo ircocervo". Ecco un passaggio: "Ora Veltroni deve essere conseguente con la lezione appresa: continuare a trascinare l’alleanza con Di Pietro, a ogni livello, è per il Pd un puro suicidio politico". E all'interno del Loft la faida non è da meno. "Di fronte a un governo che comincia ad avere delle difficoltà solo Di Pietro capitalizza, prendendo anche consensi che potrebbero andare a noi", avrebbe commentato Massimo D’Alema, mentre Franco Marini gli faceva eco invocando "autonomia" del Pd dall’ex pm. Di diverso avviso Giorgio Tonini, veltroniano di ferro: "La scelta di andare in Abruzzo con l’Idv è stata condivisa da tutti, anche da Marini. Vorrei capire cosa significa rompere con Di Pietro. Andare soli alle Amministrative e pure alle Politiche?". Beppe Fioroni ha invece lanciato un nuovo scenario: il Pd dovrebbe riuscire a "rendere compatibili l’Idv e l’Udc".
Il mea culpa di Veltroni Il voto in Abruzzo è "particolarmente
negativo per il Pd". Il segretario democratico Walter Veltroni lo
dice parlando all’assemblea dei parlamentari del suo partito,
precisando però che non servono "letture di natura
prevalentemente politicista come sento circolare in queste ore".
Per il leader del Loft il dato di fondo è che "quando il Pd appare qualcosa
di simile al passato paga un prezzo". "Il voto di ieri in
Abruzzo, come altri indicatori, ci racconta qualcosa che
richiederebbe una riflessione più seria di quella che vedo
circolare in queste ore, di natura prevalentemente politicista".
Per il segretario del Pd quel voto descrive un "malessere
sociale" perché "quando va a votare il 15% in meno rispetto alle
scorse regionali significa che c’è qualcosa di molto profondo". Secondo Veltroni, infatti, "il risultato del Pd è particolarmente
negativo, va guardato in faccia. Ma la ragione di questo voto non
potrà essere cercata con quel malefico sguardo politicista a cui
siamo abituati". l'ex sindaco di Roma sente "la responsabilità di fare ancora di più
il Partito democratico, di non avere reso evidente e chiaro cosa
il Pd può essere di nuovo".
Proseguire con forza sulla strada dell’innovazione,
programmatica ma anche di gruppi dirigenti e dinamiche interne, è
per Veltroni la strada da seguire: "Ogni volta che il vecchio si
aggrappa ai nostri piedi paghiamo un prezzo. Quando il Pd riesce
a presentarsi come qualcosa di veramente nuovo viene premiato;
quando appare qualcosa di più simile al passato paga un prezzo".
La base del Pd si sfoga su Facebook Anche alla base che oggi si sfoga sulla rete, su Facebook. Un
mezzo che piace a Veltroni, che solo pochi giorni fa ha organizzato
una festa per incontrare dal vivo i tanti amici che ha incontrato
sulla rete, e dai quali ascolta volentieri, come ha spiegato lui
stesso, "suggerimenti e critiche". Oggi ovviamente i commenti al
voto in Abruzzo hanno monopolizzato il dibattito e infatti la sua
bacheca è piena di post di simpatizzanti, sostenitori ed elettori del
Pd "arrabbiati" per la sconfitta, che criticano le scelte compiute, le
beghe interne e per la questione morale.
Perchè oltre alla sconfitta elettorale, al popolo del Pd brucia
l’arresto del sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso. Facendo un
giro sul profilo di altri esponenti del Pd, in molti ne hanno uno
ormai, non è difficile trovare commenti simili a quello di Luca: "Le
elezioni in Abruzzo sono la dimostrazione che questo tipo di
opposizione non funzione. È urgente cambiare totalmente la rotta
senno qui finiamo male. Siamo invisibili ed inesistenti".
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