Abu Mazen all'Onu: "Riconoscete la Palestina" E attacca Israele: "Pulizia etnica contro di noi"

Il presidente dell'Anp ha consegnato nelle mani del segretario Ban Ki-moon la richiesta del riconoscimento ufficiale dello stato palestinese alle Nazioni Unite. Parlando all'assemblea generale ha attaccato Gerusalemme: "La sua politica colonialista e di occupazione militare contro di noi viola i diritti umani e blocca il processo di pace". La replica di Netanyahu

Abu Mazen all'Onu: "Riconoscete la Palestina" 
E attacca Israele: "Pulizia etnica contro di noi"

New York - Il presidente dell’Anp, Abu Mazen, è stato ricevuto dal segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon; gli ha consegnato la lettera con cui chiede il riconoscimento dello Stato palestinese quale 194° membro delle Nazioni Unite. Il passo ufficiale è avvenuto davanti a una schiera di fotografi, che hanno immortalato la consegna del documento di richiesta, contenuto in una cartellina bianca con al centro l’aquila palestinese. Una folla di palestinesi si è riversata nelle strade e nelle piazze di Ramallah e di altre città della Cisgiordania per esprimere sostegno alla richiesta.

Nel suo discorso all'assemblea generale dell'Onu il presidente palestinese ha accusato Israele di portare avanti una "politica colonialista e di occupazione militare contro il nostro popolo, una politica che viola che i diritti umani ed è la causa dell’arresto del processo di pace". Abu Mazen dice che i palestinesi "hanno tentato ogni strada per la pace". Poi l'attacco durissimo: "Israele continua la sua campagna demolitrice e la sua pulizia etnica verso i palestinesi". E ha aggiunto che Gerusalemme "minaccia i nostri luoghi sacri". Quanto alla politica degli insediamenti portata avanti da Israele il leader palestinese ha detto che "minaccia anche l’esistenza stessa dell’Anp".

"Ne abbiamo abbastanza", ha tuonato Abu Mazen. "Siamo l’ultimo popolo sotto occupazione straniera", e subito dopo ha chiesto, retoricamente: "Il mondo permetterà a Israele di stare sopra la legge e di rifiutare le risoluzioni dell’Onu e quelle della Corte di Giustizia internazionale?".

Dopo tanto ardore un ramoscello d'ulivo. L’Organizzazione per la liberazione della Palestina, "solo legittimo rappresentante del popolo palestinese e che rimarrà tale fino alla risoluzione del conflitto", è pronta a tornare al negoziato con Israele se questa cesserà la costruzione di colonie. "Tendiamo la mano al governo e al popolo israeliano per fare la pace. Costruiamo ponti di dialogo invece di posti di blocco e muri di separazione".

Un lungo appaluso ha salutato la conclusione dell’intervento di Abu Mazen. I presenti si sono alzati in piedi mentre la delegazione israeliana è rimasta seduta al proprio posto, impassibile, senza applaudire.  

"Tendo la mia mano al popolo palestinese con cui vogliamo ottenere una pace giusta e duratura". Così il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu ha iniziato il suo intervento all'Assemblea generale. "La verità è che il Medio Oriente in tanti momenti ma soprattutto in questi giorni, la pace deve essere raggiunta con la sicurezza e non con una risoluzione delle Nazioni Unite. Servono negoziati tra le parti - ha proseguito - ma finora i palestinesi si sono rifiutati di negoziare. Israele vuole la pace e uno Stato palestinese. I palestinesi vogliono lo stato ma non la pace. La verità - ha sottolineato il premier israeliano - è che non dovreste lasciare che succeda".

Il premier israeliano ha accusato l’Anp di non voler tornare al tavolo delle trattative e ha ricordato che quando Israele restituì all’Anp la Striscia di Gaza nell’agosto del 2005, "non ottenemmo la pace ma la guerra. Israele è pronta per uno Stato palestinese ma non per un’altra Gaza (controllata da Hamas dal giugno 2007 dopo l’estromissione di Fatah, ndr)".

"L'Onu talvolta è un teatro dell'assurdo - ha proseguito Netanyahu - che spesso mette a capo dei Paesi persone che hanno violato i diritti umani come Muammar Gheddafi o Saddam Hussein". Poi l'attacco ad Ahmadinejad, che ieri è intervenuto sullo stesso palco. "Il presidente iraniano - ha detto - ha pronunciato parole oltraggiose sull'11 settembre, insinuando che sia stata un'iniziativa americana".

E poi: "L'Islam militante ha ucciso tanti civili innocenti a Baghdad, Mumbai, Tel Aviv. Credo che il peggiore pericolo per il mondo sia questo fanatismo che può vestirsi di armi nucleari, come ha dimostrato l'uomo che ha parlato qui ieri".

 

 

 

 

 

 

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