da Roma
Il governo Prodi conferma un attacco frontale alla procura di Milano e la «denuncia» alla Corte Costituzionale per violazione del segreto di Stato sul caso Abu Omar. È uno stop, o quantomeno un freno, al lavoro dei pm milanesi sul rapimento dellex imam, in cui sono coinvolti 35 imputati tra agenti della Cia e del Sismi, come lex numero uno del nostro servizio segreto, Nicolò Pollari. Il processo preliminare si sta avviando alla conclusione. È stato il vicepremier Francesco Rutelli a chiarire durante il question time della Camera la posizione dellesecutivo. Il governo italiano non sembra intenzionato a inviare a Washington la richiesta di estradizione per gli 007 americani, né di sacrificare lex capo del Sismi. Laveva fatto intendere Romano Prodi con unintervista a un quotidiano indiano («Per ora seguo la linea del mio predecessore»). E anche il ministro della Giustizia Clemente Mastella aveva confermato che il governo si stava muovendo in opposizione alla procura milanese con un appello alla Consulta contro i magistrati di Milano.
Ieri alla Camera, interrogato dal verde Marco Boato, Rutelli ha letto una risposta «predisposta dal ministero della Giustizia»: «Il governo ha ritenuto violato il segreto di Stato, attivando, dinanzi alla Corte Costituzionale, il conflitto con lautorità giudiziaria, sui rapporti tra agenti del Sismi e agenti stranieri, per ciò che concerne il sistema organizzativo ed operativo del Sismi medesimo». Il governo contesta ai magistrati milanesi di aver «acquisito elementi informativi, anche di carattere documentale, attinenti allidentità di 85 dipendenti del servizio, intercettandone le utenze cellulari in uso», ma anche «elementi non direttamente afferenti al sequestro in questione».
La risposta non ha soddisfatto Boato: un comportamento del genere potrebbe essere «preoccupante sul piano istituzionale»: «Credo che in questa vicenda rischiamo di utilizzare il segreto di Stato, apposto dal governo precedente, per coprire illegalità inaccettabili in uno Stato di diritto».
È molto polemico anche il capogruppo della Rosa nel pugno, Roberto Villetti: «Dopo la sbornia giustizialista non vorremmo trovarci di fronte a un eccesso di segno opposto, quello di un senso di onnipotenza da parte dei governanti».
Dalla risposta di Rutelli, osserva invece per lopposizione il senatore Alfredo Mantovano (An) «emerge un dato gravissimo: il segreto di Stato è stato violato dalla magistratura».
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