Abuso d'ufficio, assolto il sindaco di Palermo Diego Cammarata

Il primo cittadino era sotto processo per la nomina di tre consulenti tra il 2005 e il 2006: «Ho sempre pensato che sarebbe stata fatta piena chiarezza su questa vicenda»

Aveva chiesto il rito abbreviato, convinto com'era che i fatti gli avrebbero dato ragione. E infatti, bypassando processi e lungaggini, è arrivato all'assoluzione, perché il gup ha stabilito che, nella nomina di quei tre consulenti, non ha commesso alcun illecito.
Assolto dall'accusa di abuso d'ufficio il sindaco di Palermo Diego Cammarata (Pdl). Il giudice Daniela Troja, col rito abbreviato, ha prosciolto il primo cittadino e i tre professionisti loro malgrado coinvolti in questa storia risalente al 2005. La vicenda riguardava la ristrutturazione del mercato ortofrutticolo e, soprattutto, della Chimica Arenella, grosso complesso industriale da riconvertire. Sin dall'inizio il sindaco di Palermo ha detto di sentirsi tranquillo, e di non avere nulla da rimproverarsi. Adesso la sentenza del giudice, che scrive la parola fine sulla vicenda.
Col primo cittadino, assolto ai sensi del secondo comma dell'articolo 530 del codice penale (quello che ha sostituito la formula dubitativa del vecchio codice penale, ndr), sono stati assolti, ai sensi del primo comma, i tre professionisti coinvolti in questa vicenda. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni. Ma visto il dispositivo sembra che il giudice non abbia ravvisato dolo nel comportamento del sindaco, e che abbia ritenuto del tutto in buona fede i tre consulenti cooptati dall'amministrazione di Palazzo delle Aquile nonostante non avessero tutti i requisiti necessari per ricoprire quel ruolo.


Molto soddisfatto il sindaco Cammarata: «Ho sempre avuto piena fiducia nell'operato dei giudici e ho sempre pensato che sarebbe stata presto fatta piena chiarezza sulla vicenda. È per questo che ho chiesto di essere giudicato col rito abbreviato. La conclusione del processo e l'assoluzione rendono piena giustizia sulla verità dei fatti».

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