nostro inviato a Montreal
Laltro Canada, che non ti aspetti. Non quello dei paesaggi travolgenti dellOntario che si specchiano nei grandi laghi e nei rapidi fiumi nati per i viaggi in canoa. Non quello delle cascate del Niagara o delle foreste boreali che accecano di un verde troppo verde, e neppure quello delle balene che si mettono in mostra risalendo le foci dei fiordi. Cè un Canada urbano, europeo e cittadino che non rinuncia a stupire perché ha altre carte da giocare. Parliamo del Quebec e soprattutto di Montreal, che parla francese ma è londinese nellarchitettura, metropoli internazionale ma concentrata e a misura duomo con i suoi 500 chilometri di piste ciclabili e uninsospettabile centro storico sulle rive del San Lorenzo. Da luglio le sue strade si trasformano in un palcoscenico vivente dove a fare da regina è la musica. Nessuno in Italia, critici compresi, oserebbe mai più parlare di festival dopo aver assistito alla kermesse di Montreal jazz che ha appena concluso la sua trentesima edizione. Per dieci giorni il festival mette in scena quasi seicento concerti, «esempio eclatante di come una città attraverso la musica e il teatro riesca ad attirare in questarea del Quebec milioni di visitatori», afferma soddisfatto Raynald Paquet del ministero del Turismo in Quebec.
Una grande festa popolare più che un cenacolo per intenditori come sono spesso i festival jazz europei. Anzitutto perché 350 concerti dellintero programma sono gratuiti e allaperto. Fin dallesordio, infatti, le autorità hanno destinato alla rassegna un intero quartiere del centro cittadino intitolato «Place des Arts». Si tratta di unarea, situata a metà tra la city di Down Town e la zona verde e residenziale di Mont Royal, paragonabile allintero centro di Milano e in cui grandi palcoscenici ospitano concerti senza soluzione di continuità da mezzogiorno a tarda notte. I concerti nelle piazze fanno da costante corollario a quelli «top» che si svolgono nei teatri e che questanno hanno ospitato autentici monumenti della musica internazionale, come Ornette Coleman, Joe Cocker, Stevie Wonder, Wynton Marsalis, Jackson Browne, Jeff Beck, Ben Harper. Il jazz italiano è stato rappresentato dallaccoppiata Enrico Rava-Stefano Bollani. Come è facilmente intuibile dalla lettura di questi nomi, il festival di Montreal è molto più che un festival jazz e, anche per rispettare la sua veste popolare, abbraccia molti altri generi musicali: il blues, la musica afrocubana, quella sudamericana, il flamenco, il miglior rock.
E anche la musica elettronica, che ha visto il tutto esaurito per leroina del momento, la cantante-dj italiana Mistress Barbara che durante il festival ha presentato i brani del suo ultimo disco Im not human. Catanese e residente nella Little Italy dove sua madre gestisce lunica libreria italiana, qui in Quebec ha migliaia di fan: «Ma presto - dice - mi piacerebbe cantare il mio brano Etna anche davanti al pubblico del mio Paese dorigine». Ma il Montreal Jazz Festival è soltanto il fiore allocchiello di un programma estivo senza sosta non solo nella musica ma anche nel teatro, nella street art e nella danza. Proprio in questi giorni si è concluso con un grande successo laltro festival di luglio, Just for Laugh, ovvero il Festival della risata che propone nei teatri e nelle strade le commedie delle più interessanti compagnie comiche del mondo.
«Da queste parti - continua Paquet - cultura e spettacolo sono un motore di sviluppo per lindustria turistica che, non a caso, vede ogni anno scendere in campo aziende private di primordine, come General Motors, Heineken e Air Transat che ha infatti raddoppiato i collegamenti dallEuropa e dallItalia sia da Roma che da Venezia».
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