Accoltellato in via Clitumno. Torna la paura. "Aspettiamo i sequestri dai gip"

Il marocchino accoltellato davanti a uno dei fortini del degrado della città. Nello stabile 7 appartamenti affittati a clandestini. Ma dai giudici non è arrivato neanche un provvedimento. Il vicesindaco De Corato: "Lungaggini e applicazioni farraginose"

Accoltellato in via Clitumno. Torna la paura. "Aspettiamo i sequestri dai gip"

Stavolta non si potrà dire che sono mancati i controlli. Stavolta non si potrà dire che la politica è stata disattenta, o che tutti si sono girati dall’altra parte. Perché in via Clitumno - dove ieri nel corso di una rissa fra immigrati è stato accoltellato e ferito gravemente un marocchino irregolare di 21 anni - i blitz solo da agosto sono stati sei. In quello stabile, nella casbah al civico 11 in sei mesi la Polizia Locale ha effettuato ripetuti blitz che hanno consentito di controllare tutti gli 86 appartamenti e di identificare 236 persone. È arrivata la denuncia di 38 clandestini e sono arrivati sei arresti. E dodici persone sono state denunciate per aver affittato a clandestini. Per sette appartamenti la Polizia municipale ha chiesto il sequestro, in vista della confisca prevista dal pacchetto sicurezza. Il problema è che il Gip non ha ancora emesso il decreto che consente di eseguire il sequestro. E dunque i sigilli non sono mai stati messi. E lo stabile è ancora lì. In pieno degrado. Nei «quartieri-polveriera» come in via Padova si sa che i clandestini vivono ammassati in palazzi-formicai che qualche proprietario senza scrupoli affitta in nero a decine di persone, lucrando sulla loro condizione di immigrati irregolari. E scoppia la rabbia. Ma il decreto sicurezza varato dal governo ha previsto la possibilità di punire chi affitta in nero ai clandestini. Una punizione severa: la confisca dell’immobile - oltre al carcere e a una multa -. Ma, così come accade per il reato di clandestinità, anche il sequestro preventivo degli appartamenti rischia di essere vanificato per un’interpretazione restrittiva della norma, con la quale si scarta la gran parte delle denunce che arrivano - per esempio - dalla Polizia locale. In tutto sono solo una decina i sequestri operati finora dalla Polizia locale. Ottanta casi sono emersi dall’attività delle Forze dell’ordine. Lo hanno riferito ieri in prefettura. Venti casi di sequestro solo in via Padova. L’assessore provinciale alla Sicurezza, Stefano Bolognini, spiega: «Risultano, è vero, circa 80 casi di sequestro, ma neanche un caso di confisca. Non c’è insomma nessun seguito da parte della magistratura. Bisogna cercare di andare più velocemente, e prevedere magari altre fattispecie, legate non solo ai clandestini, ma alle condizioni igieniche carenti, e alle condizioni di sicurezza strutturale». La Polizia municipale ha difficoltà a ottenere anche solo il sequestro. Due sono i motivi. Il primo è il prezzo. La norma parla di un affitto «a titolo oneroso», e di «ingiusto profitto». E i Gip, quando arriva sul loro tavolo l’informativa dei vigili, ravvisano gli estremi di un ingiusto profitto solo quando l’affitto pagato dagli inquilini irregolari supera in modo netto i prezzi di mercato. La seconda condizione è che sia il proprietario ad affittare ai clandestini. Quindi nei casi in cui i clandestini siano «ospitati» da un terzo che subaffitta il sequestro non si dispone. Là in via Clitumno la Polizia locale - lo ricorda il vicesindaco Riccardo De Corato - «ha denunciato 12 soggetti che hanno affittato a clandestini. E per 7 appartamenti ha chiesto all’autorità giudiziaria il sequestro. Ma al momento il Gip non ha ancora emesso il decreto. E dunque non si è potuto procedere a sigillare i locali. Anche in Sarpi i vigili hanno scovato ben 10 dormitori per clandestini. Ma non si sono potuti sigillare grazie al sistema del subaffitto: ovvero proprietari, spesso italiani, che affittano a cinesi, che affittano a loro volta a connazionali irregolari. O perché i clandestini non parlano, o al più dichiarano di essere ospiti o di pagare cifre irrisorie al locatario».

«Su alcuni di questi aspetti - aggiunge De Corato - c’è stato un confronto nel Comitato per l’ordine e la sicurezza in prefettura. Come per il reato di clandestinità la cui applicazione è oggi farraginosa e provoca lungaggini che di fatto disattendono irisultati auspicati».

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