Economia

Accordo fatto per Miotir Entrano Sposito e Benetton

Aumento da 120-130 milioni in due tempi per i debiti e per salire in Gemina

Massimo Restelli

da Milano

Gilberto Benetton e Claudio Sposito entrano in Miotir aiutando i Romiti a respingere le mire nutrite da Save verso Gemina-Adr. Lo schema dell’accordo, raggiunto ieri dopo settimane di trattative, prevede un aumento di capitale in due fasi da 120-130 milioni complessivi per la holding Miotir che vedrà la famiglia di Ponzano Veneto e il fondo Clessidra attestarsi al 32,5% ciascuna.
Il restante 35% rimarrà ai Romiti che in questo modo spiazzano la società aeroportuale veneta Save, cui fa capo il 10,4% di Gemina a un prezzo di carico di 2,1 euro (1,99 euro la chiusura in Borsa, più 0,5%) e che è ora alla ricerca di una soluzione.
Se la geografia azionaria di Miotir era attesa, emerge la decisione dei Benetton di completare l’operazione con la cassaforte Edizione Holding, rinunciando così a coinvolgere gli altri soci di Schema28: Fondazione Crt, Acesa, Generali e Unicredit. Inedita anche la doppia tempistica scelta per la ricapitalizzazione che porterà in primo momento 90 milioni nella casse di Miotir, cui seguiranno altri 30-40 milioni finalizzati a rilevare le quote di Gemina che Pirelli (1,7%), Edison (0,9%) e Italmobiliare (4,3%) intendono cedere (ma il patto non risulta convocato). La partita dovrebbe essere chiusa in breve tempo ma secondo indiscrezioni Miotir (già primo azionista con il 15,14%) avrà la facoltà di acquistare un ulteriore 4,5% di Gemina, al cui orizzonte si prospetta una ricapitalizzione massima di 150 milioni.
Oltre a rilanciare il ruolo della società, assistita dalla Lazard di Arnaldo Borghesi nella veste di advisor, in Adr la restante liquidità sarebbe sfruttata per ripianare i debiti della holding Miotir (40 milioni a fine 2004) e per rientrare almeno in parte del prestito bancario acceso da Gemina per comprare le quote prima detenute dalla famiglia Falck e dai Sensi in Adr tramite la controllante Leonardo.
A finanziare l’operazione è stata invece Capitalia che potrà arrivare al 3% di Miotir a fronte di una diluizione proporzionale degli altri tre soci. L’istuto romano è socio di Gemina ma con un piccolo investimento l’ad Matteo Arpe si posizionerebbe al vertice della catena di controllo del gruppo nel cui capitale figura Mediobanca (12%). A governare Miotir, destinata a cambiare nome perchè anagramma di Romiti, sarà un patto di sindacato che assicura alla famiglia romana di conservare la presidenza mentre la poltrona di amministratore delegato sembra destinata a Gilberto Benetton.
Se quello di Sposito appare un investimento finanzario, la discesa in campo dei Benetton poggia sull’interesse della famiglia di Ponzano per il business aeroportuale già sviluppato nella torinese Sagap, nello scalo fiorentino e da Autogrill.

Chiamando in causa Sposito e quindi i Benetton, Cesare Romiti ha non solo sbarrato la strada a Save, che non avrebbero mai presentato un piano industriale, ma anche iniziato a gestire un passaggio di consegne che alcuni ritengono invitabile nell’arco di un triennio.

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