Accorpate le Province sotto i 300mila abitanti Addio ai piccoli Comuni

La riduzione dei costi della politica è uno dei punti fermi della maxi manovra da 45 miliardi: sono 54mila le «poltrone» che potrebbero saltare. Giro di vite sulle Province: quelle più piccole per estensione o numero di abitanti, con meno di 300mila residenti, saranno soppresse. Secondo le prime ipotesi si tratta di 36 Province: Ascoli Piceno, Asti, Belluno, Benevento, Biella, Caltanissetta, Campobasso, Carbonia-Iglesias, Crotone, Enna, Fermo, Gorizia, Grossetto, Imperia, Isernia, La Spezia, Lodi, Massa Carrara, Matera, Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra, Olbia-Tempio, Oristano, Pistoia, Prato, Rieti, Rovigo, Savona, Siena, Sondrio, Terni, Trieste, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli e Vibo Valentia.
Stesso discorso per i Comuni con meno di mille abitanti. Secondo le prime stime, si tratta di oltre 1.500 città. I cittadini saranno chiamati a scegliere solo il sindaco, che avrà anche funzioni di assessore. Si va anche verso l’ulteriore riduzione dei componenti dei Consigli regionali.
Per i ministeri è in arrivo una nuova cura da cavallo. Previsto un taglio di 6 miliardi di euro nel 2012 (l’obiettivo è il famoso «fabbisogno zero» nel 2011, per evitare di aumentare gli interessi sui titoli di Stato) e di 2,5 nel 2013. I trasferimenti agli enti locali vengono ridotti di 6 miliardi nel 2012 e 3,5 nel 2013: di questi 1,7 miliardi verranno tagliati ai Comuni, 0,7 miliardi alle Province e 1,6 miliardi alle Regioni a statuto ordinario. Altri 2 miliardi in meno verranno decurtati dai finanziamenti alle Regioni a statuto speciale.

Stangatina anche per i parlamentari: l’incarico sarà incompatibile con altre cariche elettive. Ridotta del 50% l’indennità per chi ha un reddito uguale alla stessa indennità. Mentre il «contributo di solidarietà» per deputati e senatori sarà il doppio rispetto a quello dei comuni cittadini e non sarà deducibile.

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