Acea, a rischio 25 posti di lavoro anche a Roma

A Napoli la rescissione del contratto con la romana Acea del servizio d’illuminazione pubblica ha prodotto una prima conseguenza: la perdita del posto per i lavoratori dell’Ati (associazione temporanea d’imprese) capeggiata da Acea Luce spa, insieme con Graded srl e Alfano.
Le prime lettere che avviano la procedura di «mobilità obbligatoria» (licenziamento) sono già partite e preoccupano gli operai, i tecnici ed i sindacalisti partenopei.
D’altra parte era scontato che le maestranze sarebbero state le prime a pagare.
La perdita del posto di lavoro per gli operai e tecnici napoletani, comunque, è solo il primo addendo di un conto salato che si dovrà pagare a Roma.
Secondo i sindacati dell’Acea a rischio ci sono anche i venticinque lavoratori di Acea Luce spa che operano da piazzale Ostiense. Lavoratori che ancora non sanno che fine faranno, anche se la loro società non si ritrova nell’elenco sottoscritto dall’azienda ed i sindacati per attuare la «mobilità volontaria» nel biennio 2007-2008.
L’ultima speranza sarebbe legata all’esito della gara in corso a Perugia, a cui partecipa proprio Acea Luce spa.
Però, un fatto è certo: la dimensione e la consistenza economica dell’appalto umbro non sono paragonabili a quello napoletano.
Il capoluogo umbro sarà meno complicato ma certamente non potrà ripagare l’azienda capitolina per la debacle subita a Napoli.

Infatti, l’altra patata bollente che i vertici dell’ex-municipalizzata si trovano ad affrontare è quella delle perdite economico-finanziarie, che inciderà sugli utili di fine anno.
Inoltre, bisogna considerare che l’immagine di Acea, già danneggiata, potrebbe deturparsi ancora di più per gli strascichi giudiziari con la Procura napoletana che sta indagando sull’intera vicenda.

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