La Provincia di Milano la definisce «tariffa media ponderata». Slang che nasconde laumento delle tariffe dellacqua potabile. Lo denuncia Forza Italia: «È lennesima brutta sorpresa che la giunta Penati riserva ai milanesi» annota il capogruppo degli azzurri, Bruno Dapei. «Lamministrazione della sinistra tocca il portafoglio dei cittadini. Lo fa con furbizia, sostenendo la necessità di privilegiare gli investimenti per portare le infrastrutture idriche agli standard europei deccellenza». Scelta, chiosa Dapei, davvero «singolare»: «Gli investimenti dovrebbero, infatti, essere a carico dellamministrazione e non dellutente. Non è giusto che nella tariffa lutente paghi anche linvestimento».
Principio invertito dal nuovo piano decennale delle acque firmato dallassessore Bruna Brambilla, dove si sostiene che «gli impianti sono vetusti» e, quindi «sono necessari investimenti anche per le nuove canalizzazioni». Risultato? Un incremento delle tariffe che, «media ponderata», si attesta a quota quattro per cento. Con, naturalmente, qualche punto di differenza in quei Comuni dove, oggi, «le tariffe hanno un valore inferiore alla media ponderata» e dove, quindi, lesborso chiesto ai cittadini sarà più sensibile perché «progredirà più celermente sino al raggiungimento della stessa tariffa media ponderata». Ma la cosiddetta «dinamica di omogeneizzazione tariffaria» secondo lanalisi di Forza Italia è «economicamente scorretta: un investimento dovrebbe puntare a ridurre i costi mentre qui si prevede un aumento delle tariffe».
Accusa respinta dallassessorato allAmbiente: «Non è attraverso la fiscalità generale che si trovano le risorse economiche necessarie, perché i singoli Comuni non investono certo in fognature con il risultato che lacqua, una risorsa preziosa, non è tutelata a sufficienza». Valutazione che non convince però tutta la maggioranza di Palazzo Isimbardi: il capogruppo dei Comunisti italiani, Luca Guerra, contesta, ad esempio, la definizione di «gestione» delle acque.
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