«Addio a Cossiga» Sull’«Espresso» l’emerita figuraccia

«Addio a Cossiga (e ai suoi misteri)». A scanso di equivoci lo chiariamo subito. Il presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga non è morto. Anzi, proprio ieri, al quinto giorno di ricovero dopo una crisi respiratoria, il Gemelli di Roma ha diramato per la prima volta un bollettino medico dai toni cautamente ottimistici. Alla luce di questo appare ancor più grottesca la pagina web che recava - almeno fino a ieri - per titolo il virgolettato riportato sopra. Il grottesco poi sconfina nel paradossale quando si scopre che il sito internet responsabile della topica è quello de L’espresso, mica dell’eco della Carnia.
L’articolo, a firma di Adriano Botta, ripercorre la vita del «picconatore», lasciando responsabilmente agli storici il compito finale di «dibattere su quello che quest’uomo dai mille volti ha rappresentato nei quasi quarant’anni in cui è stato protagonista della politica italiana. E il loro - argomenta Botta - non sarà un compito facile, perché dovranno cercare di spiegare come Cossiga abbia saputo e dovuto interpretare ruoli così diversi tra loro, al limite della contraddizione più stridente».
Certo il ruolo degli storici, costretti a spiegare ai posteri chi è stato davvero Cossiga, sarà difficile. Ma neanche il ruolo di chi all’Espresso prima o poi dovrà rendere conto della colossale gaffe appare tanto semplice. Staremo a vedere.

Intanto sotto l’articolo, a fondo pagina, nello spazio dedicato ai commenti dei lettori, ristagna un unico lapidario testo. Uno stranito «giorgiotavolini» domanda alla on-line del settimanale: «Ma non avete fonti più fresche»?

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