Addio a Cuomo scrittore «da sotterraneo»

Addio a Franco Cuomo, giornalista, scrittore, saggista e drammaturgo, scomparso ieri a Roma a 69 anni. Il teatro fu il suo esordio artistico. Per due volte è stato finalista al premio Strega, nel 1990 con Gunther d’Amalfi, cavaliere templare e nel 1997 con Il Codice Macbeth. Il suo rifugio di scrittore era un sotterraneo nel cuore di Trastevere: una stanza con le pareti in pietra ricoperte di libri, a cui si accedeva da una porta stretta dopo una scala ripida. Qua e là le locandine dei suoi spattacoli teatrali. E naturalmente un tavolo, sedie e computer sempre acceso. Da questo suo «ritiro» Cuomo scriveva. Le vicende dei templari sono state l’argomento della sua vita di romanziere, con uno sguardo alla ricerca di tutti i misteri della storia, dalla più antica a quella moderna. «Esistono due tipi di scrittori - disse - quelli da attico e quelli da sotterraneo». E lui era uno a cui piaceva indagare in «quel calendario di delitti che gli uomini chiamano storia». Come compagni di viaggio scelse i leggendari templari, e ne seguì le tracce negli angoli del tempo e dello spazio. Nei suoi libri ha mischiato la storia alla fantasia, la cronaca e il romanzesco, in una narrazione di genere, avventura e mistero. Tra gli ultimi romanzi I sotterranei del cielo e Il tatuaggio, editi da Baldini Castoldi Dalai. Nell’ultimo anno ha pubblicato Anime perdute.

Notturno veneziano con messa nera e fantasmi d’amore. Il suo ultimo saggio (I dieci) ha fatto parlare di sé, critica e pubblico: dedicato agli scienziati italiani che firmarono nel 1938 il «Manifesto della razza». Franco Cuomo era caporedattore dell’agenzia Adnkronos.

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