Addio a Licitra, la voce d’ebano cresciuta all’ombra di Pavarotti

Il tenore aveva 43 anni. Divenne famoso nel 2002 quando sostituì Big Luciano al Metropolitan di New York con un concerto trionfale

La voce di un tenore, dicono, non si spegne mai per sempre. Ri­mane attaccata, lei che può, alla memoria, all’eco dei successi, del repertorio, magari anche delle in­t­erpretazioni controverse o appe­na un po’ increspate dai dubbi.

Quella di Salvatore Licitra, morto ieri dopo il più banale degli inci­denti stradali, risuonerà a lungo forte, colorita d’ebano e passione, perfetta nel registro cantabile, un baritonale basso registro, un bril­­lante alto, con pieghe a volte di ec­cessivo melodramma ma sem­pre, costantemente, capace di im­pennate improvvise come in quel suo Do sopracuto nella cabaletta del terzo atto Di quella pira.

Una volta il maestro Muti glielo vietò al­la Scala, un affronto. E così, quasi per ripicca, sei mesi dopo all’Are­na di Verona con Daniel Oren sul podio, Licitra lo cantò ogni sera, e sai quanto generosamente. In fon­do lui, un omone con un petto da pugile, era fatto così, figlio di ragu­sani che lo misero al mondo a Ber­na nel 1968, per vent’anni indeci­so a tutto (fece persino il grafico nel mensile Vogue ) e poi deciso so­lo a cantare. Bene. Meglio. Di più.

Prima gli studi, timidamente. Poi senza freni. L’Accademia musica­le di Parma. I Corsi Verdiani. Il rap­porto stretto e fertile con il mae­stro Bergonzi di Busseto. E toccò proprio a Muti lanciarlo come si deve a una grande voce, ossia con un grande ruolo, l’Alvaro nella Forza del destino.

Da allora Licitra non si fermò più, iniziò a girare il mondo con la grinta sbalordita di un emigrante e la furia determina­ta di chi se la gioca tutta, sempre, a ogni nota. Prima gli Stati Uniti, so­lista al concerto della Richard Tuc­ker Music Foundation Opera Ga­la di New York. Poi Vienna, Staat­soper naturalmente, con una To­sca che fece clamore. E Lisbona. E Roma. E Torino.

Un prodigio. È il 2002, ha trentaquattro anni, la vo­ce in evoluzione, impostata ma agile, potentissima. Sarebbe rima­sto, forse,ancora un po’ in panchi­na, impegnato a crescere nella pe­nombra delle riserve se quella se­ra alla Metropolitan Opera di New York, il 12 maggio 2002, due ore prima di andare in scena, Luciano Pavarotti non avesse alzato le braccia per ritirarsi. Toccava alla riserva, dunque, all’italiano tren­taquattrenne, un po’ corpulento, pieno di vita. Sul palco, con quel cronometraggio implacabile che talvolta consacra i personaggi, prese 43 secondi di standing ova­tion alla fine della romanza Recon­dita Armonia e ben 46 dopo l’aria E lucean le stelle.

I giornali ameri­cani, che sono molto più attenti di quelli italiani nel seguire il bel can­to f­orse perché è italiano e ce lo in­vidiano, lo battezzano «il nuovo Pavarotti» e il New York Times, con un critico che al Metropolitan era di casa da decenni, scrisse che «se Licitra resisterà alla voglia di essere il “quarto tenore” (con rife­rimento al trio Pavarotti Carrears Domingo -ndr ),potrà fare molta strada».

Un’incoronazione pro­prio come fu, sempre lì al Metro­politan,ilRigolettodel 1903 perCaruso.

Da allora il suo repertorio si al­larga, le note, specialmente quel­le acute, diventano sempre più si­cure, ferree, e lo fanno entrare nel ruolo del titolodi Andrea Chénier o nel Turiddu diCavalleria rusti­cana dove, ecco, lì era perfetto, perché in quel siciliano che canta la serenata a Lola, c’era tutto di lui, Salvatore Licitra, il cantante li­rico per caso,

l’emigrante per ob­bligo che era riuscito presto a spaz­zare via tutto, anche i dubbi, e a ri­manere a braccia spalancate, il mento alto, gli occhi brillanti da­vanti al pubblico entusiasta dei te­atri più importanti del mondo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica