Addio Maurizio, camera ardente a Pavia

Milano si ferma. Il mondo dello sport, quello dei tifosi e quello dei giornalisti si raccolgono nella camera ardente allestita all’ospedale San Matteo di Pavia per un ultimo saluto all’amico Maurizio Mosca. E restano in attesa di sapere la data dei funerali. A fare visita all’amico sono in tanti, anche molta gente comune affezionata ai suoi dibattiti infuocati in tv.
Il giornalista sportivo, malato da tempo, era entrato all’ospedale di Pavia una decina di giorni fa ed è morto venerdì notte all’una. Accanto a lui, fino all’ultimo, il suo medico personale, Mario Ireneo Sturla.
Profondamente commosso dalla scomparsa di Mosca è il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, che aveva ricevuto una sua telefonata proprio qualche giorno fa in occasione della vittoria elettorale. «Ricorderemo sempre le sue bombe, i suoi pronostici con il pendolino e l’ironia con cui svolgeva la sua professione» commenta il governatore, che con Mosca ha sempre avuto un fitto scambio di commenti calcistici. «Mosca - prosegue Formigoni - ha dato tanto al mondo del calcio e del giornalismo e soprattutto ha sempre testimoniato l’importanza di valori veri per la vita come l’amicizia e il rispetto dell’avversario».
A nome della famiglia Moratti, interviene Massimo, presidente dell’Inter: «È stato davvero un grande un amico, un professionista serissimo che aveva un suo genio speciale, che gli consentiva di differenziarsi dagli altri. Mi dispiace molto».
«Un innovatore, un rivoluzionario del modo di fare televisione. E anche sensibile», lo descrive Pierfrancesco Gallizzi, consigliere dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti e rappresentante del Movimento Giornalisti Liberi. Gallizzi sfodera un ricordo personale di Maurizio che porterà nel cuore anche ora che l’amico non c’è più. «Una volta ero inviato allo stadio Meazza per una partita del Milan - racconta - e Maurizio prese la linea dallo studio per annunciare una notizia clamorosa da San Siro. In campo non stava accadendo nulla di rilevante.

La notizia era che ero diventato papà. A conferma di una geniale sensibilità». Le società di Milan e Inter ricordano il pungente giornalista milanese, i suoi commenti al peperoncino e il modo in cui teneva banco nelle trasmissioni tv.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica