Le prime ad essere incredule quando la giornalista Cristina Giudici le ha interrogate per sapere se avevano voglia di finire tra i ritratti femminili di Leghiste. Pioniere della nuova politica, in uscita oggi per Marsilio, sono state proprio loro, le donne della Lega. «Vuoi davvero parlare di noi? E come mai, che cosa abbiamo fatto?». Eppure la firma del Foglio e di Grazia ha passato tre mesi a inseguirle, perché le leghiste un po di anticamera la fanno fare, eccome, visto che di lavoro ne hanno parecchio, ma poi sventolano con anche più ardore dei maschi il foulard verde a completamento del tailleur e raccontano senza freni il miracolo della Padania rosa. Nel volume - il primo dedicato alla politica contemporanea «di genere femminile», nato dal desiderio di una donna di spostare lo sguardo dallappiattimento del dibattito sul «casting della politica» - ci sono tutte quelle che contano. E sono tante, nel partito del Senatùr, ad aver sfiorato il tetto di cristallo, con ruoli strategici, mica di passaggio, «conquistati perché Umberto Bossi punta sui cavalli che sanno galoppare e non importa se siano donne o uomini» (citiamo dal libro): sindaci, assessori, parlamentari per cui «le quote rosa sono elucubrazioni mentali che lasciano volentieri agli avversari», mentre conservano un culto della personalità che, nello specifico, si è trasformato in «devozione religiosa verso il Capo» come tutte chiamano Bossi.
A dimostrazione che Miss Padania è un dettaglio, dove la militanza si mescola, tra ammiccamenti alla tv e rievocazione delle sagre di paese, allesibizione femminile, il catalogo delle signore della Lega si mostra ricco non solo di nomi, ma anche di buon governo e capacità progettuale. Sfilano prima fra tutte la 37enne Elena Maccanti, neodeputata dopo essere diventata neomamma di due gemelle e ora neo braccio destro del neoeletto governatore Cota, come è stato annunciato dopo la vittoria elettorale. Gianna Gancia e i suoi tentativi, riusciti, di dimostrare agli elettori che non è solo Lady Calderoli; infatti dirige la provincia di Cuneo, quella che ha preso più voti in Piemonte e ha dato la vittoria a Cota. Sonia Viale, lavvocato che ha creato il pacchetto sicurezza di Maroni con la convinzione che «in Italia ci si divide in diatribe ideologiche feroci, ma invece le politiche sullimmigrazione devono essere costruite con ragionevolezza per contrastare le organizzazioni criminali che lucrano sul traffico di esseri umani». Francesca Zaccariotto, presidente della Provincia di Venezia e sindaco di San Donà di Piave, «che nella sua città ha messo più fiori che telecamere», «la migliore di tutte» - si sbilancia la Giudici - la leghista di fronte alla quale persino il compagno, prima vicesindaco, ha fatto un passo indietro, perché lei è troppo brava e lui ha preferito sostituirla in casa.
E ancora il sindaco di Seriate, Silvana Saita, che «ha rallegrato la sua cittadina alle porte di Bergamo con match letterari, vestita da boxeur». Federica Seganti, assessore alla Sicurezza del Friuli Venezia Giulia, laureata, masterizzata, specializzata, dottorata e docente di Risk Management, agguerritissima quarantenne che gestisce politica, carriera e famiglia come un software di ultima generazione, simpegna ad anticipare sul territorio tutte le riforme del governo e non per niente si è guadagnata il soprannome di «zarina di Trieste», forse dopo che a soli 27 anni sfidò Riccardo Illy alle comunali del 1992.
Poi cè il volto inedito delle leghiste - e dunque della Lega - come lassociazione delle Umanitarie padane della moglie di Roberto Castelli o il «vortice animalista» di Stefania Piazzo, giornalista della Padania che, in tandem con il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, si batte per il benessere degli animali e combatte contro la «Gomorra dei canili». E tra i profili inediti, che forse solo la Lega poteva coltivare, Sandy Cane (lo slogan «Yes, We Cane» la dice lunga sul suo sostegno incondizionato allattuale presidente americano), sindaco di Viggiù, che ha visto crescere questa afroamericana padana che vive al confine con la Svizzera e ha in progetto uno studio sui dialetti locali.
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