Adesso anche la Finlandia si butta a destra

Quadruplica i voti il partito dei "Veri finlandesi" del Le Pen locale. Il suo programma: bloccare il salvataggio a suon di euro del traballante Portogallo in nome dell’indipendenza nazionale. E ora Bruxelles è preoccupata

Adesso anche la Finlandia si butta a destra

È andata come previsto: la coalizione di centrodestra ha rivinto le elezioni finlandesi, ma dovrà chiedere un sostegno esterno perché qualcuno più a destra di lei ha stravinto. Quel qualcuno ha il volto pacioso e le parole sferzanti di Timo Soini, 48 anni, fondatore e leader del partito dei Veri Finlandesi, che hanno quasi quadruplicato i loro voti arrivando a superare il 18 per cento. Come già in Danimarca e in Olanda (ma è il caso di ricordare la Lega Nord saldamente al governo in Italia) un partito che si proclama difensore dei diritti del popolo contro le burocrazie europee e l’ondata migratoria conquista una solida fetta di consenso elettorale e arriva a sostenere con numeri decisivi, sia pure dall’esterno, un governo conservatore. In Finlandia è accaduto che il partito centrista della premier uscente Mari Kiviniemi è sceso dal primo al quarto posto, fermandosi al 17% dei voti. In testa ci sono i conservatori del ministro dell’Economia Jyrkki Katainen, probabile prossimo premier, col 20%, che dovrà fare i conti con Soini. Stabili al 19% i socialdemocratici, che dovrebbero restare all’opposizione.

Chiave della svolta sono stati proprio i temi europei. Ma se un tempo il tranquillo Paese dei mille laghi e delle renne era conosciuto per una fede europeistica a prova di bomba, oggi gli umori sono cambiati. È stata la dura legge dei quattrini a riorientare le scelte di tanti elettori. Più precisamente, la chiara percezione che anche i finlandesi, popolo quadrato di seri lavoratori abituati da sempre a non ricevere regali da nessuno, sarebbero stati chiamati ad aprire il portafogli per contribuire a salvare dal tracollo, oltre a quelle della Grecia e dell’Irlanda, l’economia del Portogallo, un altro traballante collega di Eurolandia.

Tra i finlandesi il valore della solidarietà è sentito, ma si va diffondendo, specialmente tra quelli che stanno meno bene, il sospetto che in altri Paesi si voglia troppo approfittare dell’altrui generosità. Ecco dunque prendere piede anche qui, come ormai in quasi tutti i Paesi d’Europa, i partiti della destra populista, unica o quasi a dire ciò che tanta gente semplice (ma non per questo stupida) pensa: basta con i salvataggi a caro prezzo della moneta comune, basta con l’ondata dell’immigrazione. Anche in Finlandia questa destra assume connotati di nazionalismo antieuropeista: così Timo Soini ha scelto di chiamare il suo partito «Veri Finlandesi» e parla, proprio come i suoi cugini Marine Le Pen in Francia o Geert Wilders in Olanda (ma l’elenco è lunghissimo e include ogni Paese europeo all’Est come all’Ovest), di blocco dell’immigrazione, di stop alla solidarietà per chi non merita di restare nell’area della moneta comune, e magari più radicalmente di lasciare l’Unione europea e chiuderla lì: la signora Le Pen, ad esempio, ha già chiarito che in caso di successo alle prossime presidenziali proporrà un referendum per l’uscita della Francia dall’Ue.

Come altrove in Europa, a gonfiare il risultato elettorale della destra populista sono stati molti ex elettori di sinistra, operai e classe media preoccupati dallo spettro dell’impoverimento e da un’indesiderata concorrenza per il lavoro: le percentuali più alte di «veri finlandesi» si sono contate nelle città dormitorio alla periferia della capitale e nelle zone industriali.

Ma l’Europa (nel senso di Bruxelles) deve soprattutto preoccuparsi della ricaduta sulla moneta unica.

Il successo del partito di Soini rischia infatti di condizionare la formazione del nuovo governo e se i «veri finlandesi» ne faranno partei un voto contrario al salvataggio del Portogallo non sarà più fantapolitica: il Parlamento di Helsinki ha infatti diritto di ratifica su tutte le decisioni sui bailout finanziari decisi dai Ventisette. E così la piccola e periferica Finlandia, diventata più nazionalista e meno europeista, potrebbe sconvolgere equilibri dati troppo presto per scontati.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica