Cronaca locale

Adesso Faglia vuole una torre di 12 piani

L’architetto Michele Faglia si sfrega le mani. Dopo aver incassato giudizi inappellabili della magistratura sull’urbanistica del centronistra, il sindaco di Monza applaude al ricorso del Consiglio dei ministri. Contestazione che non sospende affatto la legge urbanistica della Regione Lombardia, mentre si apre invece una voragine nella sua amministrazione comunale.
Un intero quartiere, San Rocco, si prepara alla protesta contro il piano generale del territorio che il primo cittadino continua a sperare di poter approvare. Motivo? La discarica che, secondo il documento di piano siglato dalla maggioranza e approvato dal consiglio di zona, Faglia vuol realizzare nei pressi del campo sportivo di via Rosmini e a pochi passi dalla sede dell’Asl in un quartiere già «ferito» dalle puzze di un depuratore che sorge sempre in zona. «Ci manca solo una centrale nucleare» commenta il comitato di quartiere: «È l’ennesima beffa di un sindaco a fine mandato». «Beffa» che, chiosa Osvaldo Mangone, capogruppo consiliare di Forza Italia, «non è però l’ultima: la giunta Faglia vuole infatti costruire sull’area ex Diefenbach - via Borgazzi angolo viale Campania - una torre di dodici piani da destinare ad attività ricettive e congressuali». Progetto contestato però da Rifondazione comunista che, in consiglio di zona, ha manifestato seri dubbi circa l’opportunità di tale intervento. Colata di cemento di quaranta metri d’altezza «in un contesto abitativo dove predominano case e strutture che hanno un’altezza medio bassa e dove già si devono scontare problemi di parcheggio» è la tesi dei compagni di Rifondazione. Opinione che, naturalmente, Faglia non considera.
E, forse, anche per questo il sindaco ha affidato alla società Swg un incarico: verificare il suo livello di gradimento tra i cittadini. Sondaggio in vista delle elezioni della prossima primavera, alle quali Faglia si ripresenta a capo di una lista civica sostenuta dai partiti del centrosinistra. E online, da sinistra, si reclama però chiarezza e trasparenza su chi paga il sondaggio: «Il sindaco di tasca sua? I partiti che lo sostengono? Oppure paga Pantalone, ossia il Comune di Monza».

Domanda senza risposta.

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