Adesso l’Emilia del Sud vuole svoltare a destra: in 1.500 mollano il Pd

Roma«Se perdiamo nell’Emilia del Sud, saranno guai grossi per il Pd», spiegava qualche giorno fa a Montecitorio Sergio D’Antona.
L’Emilia del Sud: così è stata ribattezzata la Basilicata, terra da molti anni generosa di voti per il Pd: alle politiche del 2008 laggiù il partito di Walter Veltroni sfiorò il 40%, ben al di sopra della media nazionale. Anche se un primo segnale inquietante era arrivato già nel 2007, quando per la prima volta da molto tempo si ruppe improvvisamente il «monocolore» di centrosinistra che reggeva Regione, province e comuni più importanti, e a Matera venne eletto sindaco il candidato del Pdl.
Nelle elezioni di giugno saranno in ballo le due province, Potenza e Matera, oltre al comune capoluogo. E gli scricchiolii nella potente macchina da guerra del centrosinistra di governo sono molti. Spiega Maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali della Regione: «Credo che questo centrosinistra lucano sia giunto al capolinea. Hanno sprecato un fiume di risorse pubbliche in politiche clientelari. Hanno occupato tutto l’occupabile e ora stanno cominciando ad implodere».
La teoria delle scissioni, defezioni e transumanze è lunga. Basti pensare che contro l’uscente di centrosinistra Vito Santarsiero (Pd ex Margherita) il candidato sindaco di Potenza per il centrodestra è un ex parlamentare dell’Ulivo, Giuseppe Molinari. A sostenere Molinari è Roberto Falotico, consigliere regionale Pd tra i più votati; ex segretario regionale della Margherita (corrente Franceschini-Fioroni) e fino a pochi mesi fa assessore della giunta regionale guidata da Vito De Filippo. Politico di lungo corso e capace di manovrare grossi pacchetti di voti (anche grazie, dicono i maligni, all’influenza del fratello, segretario della Cisl lucana), qualche settimana fa Falotico ha guidato una vera e propria scissione: circa 1500 firmatari che si definivano «dirigenti nazionali, regionali, provinciali, comunali e semplici iscritti del Pd» hanno spedito a Dario Franceschini una letterina d’addio, e proceduto a fondare il nuovo movimento centrista «Dec» (Democratici e cattolici). Poi hanno aperto una trattativa col Pdl locale al termine della quale Falotico ha piazzato due suoi candidati: Molinari al Comune di Potenza e Aurelio Pace alla Provincia. Contro di lui il Pd schiera il proprio segretario regionale, l’ex Ds Piero Lacorazza. A parte lui, il match è tra post-democristiani. Col serio rischio per il centrosinistra di finire al ballottaggio.
Ma la vera partita sarà quella delle regionali del 2010, all’origine della battaglia in corso dentro il Pd tra Margherita, che vuol riconfermare l’uscente De Filippo, vicino a Enrico Letta, e Ds, che reclamano la regola dell’alternanza e vogliono un proprio candidato. L’aspirante, Vincenzo Folino, vice di De Filippo in giunta, si è dimesso aprendo una crisi regionale nel novembre scorso. La partita è solo rinviata al dopo amministrative.

Ma intanto Domenico Vita, assessore provinciale di Potenza in quota Ds, è passato armi e bagagli al Pdl. Gaetano Fierro, consigliere regionale Pd, è emigrato nell’Udc. Il Verde Franco Mollica, ex assessore regionale, ha fondato un proprio gruppo. I segnali pre-ribaltone si moltiplicano nell’ex Emilia del Sud.

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