Per assegnarne venticinque durante la giunta Moratti scoppiò un polverone. Il centrodestra si scatenò contro il suo assessore ai Servizi sociali, Mariolina Moioli, che stava per rimetterci la poltrona. Ma il centrosinistra rilancia e raddoppia. Dopo l’incontro con il ministro Maroni due giorni fa in prefettura, l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli assicura che piano per chiudere i campi rom prosegue. E poichè la filosofia è di superare le baraccopoli, bisogna «spostare una parte dei finanziamenti che erano destinati al restyling su progetti di reinserimento sociale e inclusione». Tipo? «Usare il patrimonio immobiliare a disposizione, quindi assegnare le case popolari o di altri enti, senza corsie preferenziali, e pensare alle cascine come soluzione per la famiglie più numerose». Il Comune ha chiesto al ministro alcune modifiche al piano per spostare appunto «la maggior parte dei fondi possibili sul reinserimento, l’unico modo per superare i campi. Abbiamo chiesto un resoconto di tutti i finanziamenti e delle risorse ancora disponibili».
Nel frattempo, assicura l’assessore, «proseguiremo nel piano di chiusura di via Novara e via Bonfadini». Anche Maroni, assicura il sindaco Giuliano Pisapia, «ha elogiato il nostro piano rom che è ben differente da quello che vorrebbe la Legam quindi mi complimento con il ministro mentre non mi complimento con la Lega». E non si fa attendere la reazione dei lumbard. Il segretario provinciale Igor Iezzi si domanda «quando Pisapia, come ha promesso in campagna elettorale, metterà mano al patrimonio comunale e accelererà le assegnazioni invece di pensare a regalare le case ai nomadi. Per ora l’amministrazione ha mostrato altre priorità, dai rom alla difesa degli abusivi negli alloggi popolari, tanto che gli sgomberi sono stati bloccati almeno fino a novembre». Presto, è la provocazione del Carroccio, «organizzeremo un grande campo nomadi con gli sfrattati lavoratori ed anziani in pieno centro. Solo così i milanesi avranno la possibilità di ottenere qualcosa da Pisapia».
É pronto «a ricorrere in tutte le sedi» contro nuove assegnazioni di case popolari ai rom il consigliere Pdl ed ex vicesindaco Riccardo De Corato. Ricorda che la giunta Moratti fece due ricorsi alla consegna delle chiavi avvenuta attraverso la Caritas e la Casa della carità (a cui formalmente Palazzo Marino concesse una quota di alloggi per le emergenze sociali). Invece di battere questa strada De Corato, che è anche deputato, sollecita la giunta a rispettare i tempi della chiusura dei campi previsti nel piano rom, «ad oggi hanno fatto solo chiacchiere e la situazione è ancora la stessa di maggio. Chiederò alla Camera la verifica, visto che Granelli in uno scarno comunicato parla di “tempistica rispettata“». Ma altro che nulla è cambiato, le differenze rispetto a quattro mesi fa, prosegue nel ragionamento il consigliere della Lega Alessandro Morelli, «si vedono eccome». É scontro Pdl-Lega? Macchè. Si vedono, precisa subito il lumbard, «perchè interrotto da Pisapia il lavoro di presidio del territorio, i campi stanno tornando a popolarsi».
E in piazza Duomo ieri mattina, durante la festa per i 151 anni della Polizia locale, due ragazze rom sono state premiate direttamente dal sindaco. Le giovani vivono nell’area di Cascina Guascona, l’estate scorsa hanno avuto il coraggio di denunciare e quindi far arrestare i loro familiari, una banda che costringeva i figli a furti, spaccio, prostituzione.
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