Hanno appena concesso alle donne il diritto di voto ma sulle cose serie i sauditi non scherzano. L’automobile per esempio, che le donne non possono guidare per nessuna ragione al mondo, non si tocca. Shema (sarà forse colpa del nome?) era stata fermata a luglio mentre guidava nelle strade proibite di Gedda. Invitata a scendere dalla stradale e a mollare lì l’auto è stata condannata ieri a dieci frustate, senza neanche la prova del palloncino. E altre due temerarie sono in attesa della stessa condanna.
In Gran Bretagna invece il dramma è l’esatto contrario: le donne possono guidare. E a frustarle sono le statistiche. Almeno secondo quanto sostiene la Driving Standards Agency che, numeri alla mano, spiega che su 170mila donne inglesi bocciate all’esame per la patente nel 2010, 55mila sono state respinte per colpa del parcheggio. Non sono proprio capaci di mettere una macchina tra le altre anche quando non ci sono altre macchine. Tamponano, si mettono di sguincio, la lasciano lì come capita. Anche perchè le donne che passano l’esame sono solo il 44,1%, anche se gli uomini non è che facciano una figura migliore con il loro 50,7%. Ma la spiegazione c’è: studiano di meno. Sempre secondo la stessa agenzia se ai maschi bastano 36 ore di lezione, alle donne ne servono come minimo 52 e tante volte nemmeno bastano. Il record ce l’avrebbe una tipa che lo scorso anno ha passato l’esame di guida al ventunesimo tentativo dopo 22 anni. Somiglia molto a quella che parcheggia di solito vicino alla vostra macchina.
Come se non bastasse ci si è messa la scienza. Uno studio della Ruhr University Bochum voluto, quando si dice la sfortuna, per dimostrare il contrario, cioè che la donna al volante è un pericolo costante solo nel pregiudizio popolare, ha provato quello che voleva smentire. Il test ha radunato 66 volontari, 33 uomini e 33 donne, e chiesto a tutti di parcheggiare un’Audi in uno spazio un po’ angusto ma non impossibile. Manco a dirlo: per riuscire ad eseguire come si deve la manovra le donne ci hanno messo 20 secondi almeno in più rispetto agli uomini. E hanno parcheggiato pure peggio, in maniera più ansiogena e legnosa.
Il motivo starebbe tutto nel cervello maschile che, a parere della dottoressa Claudia Wolf che si è inventata l’esperimento, avrebbe una miglior capacità di coordinamento e riuscirebbe a calcolare in tempi più brevi le manovre da fare per parcheggiare in maniera perfetta. Cioè parcheggiatori si nasce e non si diventa.
Teoria, quella della Wolf, che fa il paio con le teorie degli psicoterapeuti australiani Barbara e Allan Pease secondo cui l’85% delle donne non possiederebbe i circuiti neurologici che determinano l’intelligenza spaziale. Anche se le donne hanno dato all’esperimento e alle teorie che l’accompagnano, la spiegazione che si merita: è il seno che ci impedisce di parcheggiare come si deve. Come dire: giudicateci dalle curve...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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